20. La torre di Peita.
???: "Capisco....s-scusa, hai ragione. Sono i nostri problemi, dovremmo risolverli per conto nostro. *sniff*"
Linn: "E-ehi, dai, non piangere.....ti sembra un comportamento da persona matura? Purtroppo abbiamo già i nostri problemi, non possiamo aiutarvi. Anche perché, sono sicura che neanche noi potremmo fare qualcosa contro dei demoni."
???: "No, no, va b-bene, lo capisco. Mi inventerò qualcos'altro....spero."
Linn: "Ascolta....non posso aiutarti, ma conosco delle persone che potrebbero farlo. Questi ragazzi erano conosciuti come il team di ricerca dell'Eldrit. In passato ci diedero un grandissimo aiuto senza chiedere nulla in cambio, e ho sentito che sono riusciti a sgominare un intero esercito di Nasod, da soli. Ma ormai sono due anni che non si fanno più vedere."
???: "Ma....l'hai detto anche tu, sono un semplice gruppo di ricerca. Perché dovrebbero rischiare semplicemente per toglierci dai g-guai?"
Linn: "Infatti non ti assicuro che ti aiuteranno, ma ripeto, potrebbero farlo. Purtroppo questo è tutto ciò che posso fare per te. Stammi bene, e fai attenzione."
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Rena: "Vogliono davvero farci fare questo?"
Elsword: "Non capisco come facciano anche solo a pensare che accetteremo"
Raven fece ritorno nel castello dopo il lavoro. Nell'immenso salotto, trovò Elsword, Rena e Aisha, seduti davanti a un grosso tavolo, concentrati nel guardare una lettera.
Raven: "Chi scrive? Sono notizie da Chung, per caso?"
Elsword: "Ehm, ecco.....l-leggi."
Elsword consegnò il pezzo di carta a Raven, che afferrò con il braccio buono. Sulla lettera c'erano scritte ovviamente della parole, con una bellissima e ordinata grafia, piena di sigilli come se fosse un documento ufficiale molto importante. Raven lesse ad alta voce.
"Non so nemmeno cosa scrivere per iniziare.....il mio nome è Alvar, sono il segretario di una piccola zona chiamata Peita. Vorrei chiedervi un grosso aiuto. Peita non è una cittadina, ma una zona deserta che traccia il confine tra la città di Belder con il resto della regione, qui c'è solo un grosso tempio per il Dio di Elios, ed, ecco.......siamo stati attaccati. Da dei demoni.
Mi dispiace così tanto di non risultare molto chiaro in questa lettera. Immagino anche i vostri pensieri, non ci conosciamo nemmeno, eppure vi sto informando di tutto ciò. Credetemi, non sono davvero bravo con le parole, per cui vi chiedo di recarvi almeno a Peita, dove potremmo parlare con calma su ciò che vi sto proponendo. Mi dispiace molto essere così vago.....ma le spiegazioni sono sempre state il mio punto debole, sin da bambino. Quello che vogliamo, in ogni caso, è che il "Team di ricerca di Eldrit" al completo si rechi a Peita, dove verrete accolti da me. Lì potremmo discutere meglio.
P.S.: Siamo disposti ad offrire una ricompensa, ma molto poco generosa. Ci dispiace."
Raven: "Che storia è questa? Demoni? Peita? E quante volte si è scusato questo tizio?"
Rena: "Non conosci Peita? Eppure ha scritto che è una zona vicina a Belder."
Raven: "Non mi sono mai interessato alle altre cittadine. Che posto è?"
Aisha: "Peita è una zona sacra, dove si dice abbiano messo piede le divinità creatrici del nostro mondo. E' un fitto bosco, dove al centro del territorio spicca una gigantesca torre, il Tempio di Peita. Lì sono sepolti moltissimi personaggi di grande rilievo e importanza storica, e la leggenda narra anche che lì dentro sia nascosto il corpo di Dio stesso."
Elsword: "Bel posto. Suona ottimo per una scampagnata. Ma che cosa vuole questo tipo? Ci ha preso per dei mercenari?"
Rena: "A quanto pare ha saputo di noi da qualcuno.....e ci ha scambiato appunto per dei mercenari. Meglio riferir loro che si sono sbagliati di grosso."
Raven: "....ci andremo. Qualcuno avvisi Chung. Sono sicuro che questa storia sarà molto interessante per lui."
Aisha: "Cosa? Ma perché?! Noi non siamo un esercito, non ci interessa essere pagati per sconfiggere dei nemici. E poi perché dovrebbe interessare a-.....AH!"
Elsword: "D-demoni..."
Rena: "Saranno li stessi che hanno invaso la città di Chung?"
Raven: "Domani terminerà l'inverno. Sicuramente ci sarà un dirigibile mercantile che partirà per Altera. Consegniamo una lettera al capitano e facciamo tornare Chung. Subito."
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Il dirigibile di Besma raggiunse Altera, il giorno dopo. Il capitano del dirigibile andò incontro ad Aron, il Pongo capo di Altera, che, dopo aver conosciuto Chung e i suoi amici, aveva cominciato a fidarsi maggiormente degli umani, tanto da decidere di farsi vedere dal dirigibile mercantile, con la quale il popolo strinse un bel rapporto di amicizia.
Capitano: "Ehi, capo. Dov'è Chung?"
Aron: "Chung? Dovrebbe essere ad allenarsi in questo momento.....vuoi qualcosa da lui?"
Capitano: "Mi è stato chiesto dal Maestro Raven di consegnarli questa lettera, e di aspettare 3 ore più del solito prima di ripartire. Sembra che sia successo qualcosa di grosso, ma io non ne so niente."
Aron: "M-maestro Raven?"
Capitano: "E' una lunga storia. Tu pensa solo a consegnare quella roba a Chung. Noi rimarremo qui il tempo che ci hanno chiesto, naturalmente."
Aron: "Mhhhh, capisco.....beh, non rimanete qui fuori. Su, forza, entrate. Vi faremo finalmente vedere la nostra dimora."
Aron e il piccolo gruppo di mercanti entrarono nella città di Altera, la città dei Pongo. L'equipaggio del dirigibile si sorprese molto nel vedere il luogo in cui vivevano i loro piccoli e pelosi amici. Mentre visitavano il posto, Aron si preoccupò invece di far chiamare Chung, per consegnargli quella lettera. Chung raggiunse Aron a casa sua, insieme ad Eve, piuttosto sudato e con un asciugamano intorno al collo. Sembrava proprio come qualcuno che aveva interrotto gli allenamenti da poco.
Chung: "Mi ha detto Agda che mi cercavi con urgenza. E' successo qualcosa?"
Aron: "Tieni. Questa è per te. Credo che vi riguardi."
Aron porse la lettera a Chung. Non aveva né mittente, né destinatario.
Eve: "Che cos'è quella cartaccia?"
Chung: "Eve, è una lettera. Qualcuno ha scritto un messaggio. Forse saranno stati Elsword e gli altri. Diamo un'occhiata."
Chung strappò la carta della lettera ed estrasse il fogliettino su cui c'erano scritte poche parole, con una grafia piuttosto semplice, ma molto chiara. Chung la lesse piuttosto in fretta, e quando finì gettò a terra il foglietto, senza dire una parola.
Eve: "Chung....c'è qualcosa che non va?"
Chung: "Dobbiamo tornare là sotto, Eve. Qualcuno ha bisogno di noi, ed io ho bisogno di capire delle cose."
Aron: "Eh....lo supponevo. Ve ne dovete andare, vero?"
Chung guardò con aria piuttosto malinconica Aron. Si limitò ad annuire con la testa.
Aron: "Fareste meglio a sbrigarvi, il dirigibile ripartirà fra un paio d'ore. Preparate tutte le vostre cose, ci rivedremo al ponte quando sarete pronti per partire."
Così fecero. Chung e Eve prepararono i pochi bagagli. Dopo circa un'ora e mezza, si trovarono già sul ponte di partenza, con il dirigibile ancorato e tutto l'equipaggio pronto a partire. Dietro di loro avevano tutti i Pongo di Altera, venuti a salutare. Alcuni ammiravano i due, alcuni piangevano, altri ancora cercavano di trattenere la tristezza lisciandosi la pelliccia.....ma erano tutti più o meno tristi della partenza di Chung e Eve.
Aron: "Non so che cosa vi stia spingendo a partire, ma non vi dimenticheremo mai. Sappiate solo che per noi, ormai, siete come dei Pongo, come se foste della famiglia, non importa se siate umani....o Nasod. Io, noi, e le generazioni che verranno, non vi ringrazieremo mai abbastanza per l'aiuto e l'amicizia che ci avete offerto. Vi auguro tutta la felicità che meritate di avere, e se vi capiterà di tornare, ricordate che qui sarete sempre i benvenuti."
Chung riuscì a contenere la commozione, e diede una vigorosa stretta di mano ad Aron. Salutò poi Amon, Agda e il suo fratellino. Eve si commosse un pochino. Nonostante fosse una Nasod, era davvero una persona molto sensibile, dopotutto. I due salirono sul dirigibile, e mentre si allontanarono in volo dall'isola galleggiante che si credeva fosse solo una leggenda, Chung non poteva fare a meno di domandarsi che cosa significasse esattamente quel messaggio.
"E' successo qualcosa. Devi venire subito in un posto chiamato Peita, con Eve. Noi siamo già lì, e abbiamo bisogno di te.
E' qualcosa che ti riguarda molto."
-Raven"
Eve: "Beh....lo scopriremo una volta arrivati."
Arrivati a Besma, i due furono accolti frettolosamente da Linn.
Linn: "Bene, siete arrivati. Peita è est di qui, ci vogliono circa cinque ore di viaggio. Verrete accompagnati da piccola carovana di nostri soldati,. Forza, andate, sono già pronti."
Chung: "Ah, grazie.....comunque anche noi siamo felici di rivederti, eh."
La carovana di viaggiatori si muoveva a passo spedito. Eve montava insieme a un soldato su un cavallo, ma non era a cavalcioni, era girata verso la posizione di Chung, ovvero alla sua destra. A Chung fu offerto un cavallo da montare, ma preferì andare a piedi.
Chung: "Che cosa sarà successo per farci venire in così poco tempo? Spero davvero che sia qualcosa di grosso, dannazione."
Finalmente, la carovana arrivò a Peita.
C'era ben poco da descrivere. Peita non era altro che una fittissima boscaglia circondata da delle montagne, caratterizzata dalla presenza di alberi dalle foglie verde scure, e dal cielo di colore arancione, anche se non era ancora il tramonto. Quella zona aveva un ché di spettrale. Incuteva molta angoscia.
Nel mezzo del bosco, c'era un'ampia area deserta, dove nel mezzo spiccava una gigantesca torre circondata da un fossato abissale. La torre era l'edificio più alto che Chung avesse mai visto, molto più alta anche del castello reale di Hamel. Quella torre era alta almeno 600 metri. Qualcosa di colossale.
Vicino alla torre c'era una piccola capanna costruita in legno, e un avamposto di circa cinque tende da campeggio. Niente altro.
Chung: "I-incredibile. Guarda quanto è alta!"
Eve: "E guarda quanto è profondo questo abisso. Non devi valutare l'altezza che stai vedendo ora. Questa torre è molto più alta, la sua base sarà alla fine di questo fossato. E' davvero pazzesco."
Capitano dei soldati: "Beh, il nostro dovere è compiuto, quindi, col vostro permesso, noi ce la daremmo a gambe."
La carovana dei soldati si allontanò molto velocemente, come se fosse terrorizzata da qualcuno, o qualcosa.
???: "V-voi dovete essere Chung e Eve, vero?"
A parlare fu un ragazzo piuttosto basso e con i capelli neri. Indossava un paio di occhiali da vista, e portava un grosso zaino sulle spalle. Vestiva con una giacca verde munita di cravatta gialla, e dei pantaloni neri.
Chung: "Si, siamo noi. Non credo che ci conosciamo, signor..."
Alvar: "O-oh, il mio nome è Alvar, i-il segretario di Peita."
Alvar sembrava una persona piuttosto maldestra e timida. Non riusciva a comporre una frase senza balbettare.
Chung: "Molto piacere di conoscerti. Siamo stati mandati qui dai nostri amici. Per caso sai dove sono? Uno è un ragazzo della mia stessa età con i capelli rossi, probabilmente aveva una con i capelli viola sempre attaccata a lui. E poi, vediamo.....un'elfa con delle tette enormi, e-"
Alvar: "S-si, conosco i vostri amici, ma al momento non sono qui. Sapevo che sareste arrivati. E-ecco, loro sono..."
???: Non sono qui. Sono entrati nel Tempio di Peita da due giorni, ma non hanno più fatto ritorno."
Un uomo apparve accanto ad Alvar. Indossava la stessa divisa di Alvar, ma aveva anche degli spallacci d'acciaio e un lungo spadone che portava in spalla. Aveva i capelli neri, piuttosto arruffati, a differenza di quelli di Alvar che erano perfettamente pettinati. La sua voce era matura e decisa. Era sicuramente un soldato.
Alvar: "L-lui è Rento, un generale di Belder. Anche lui, come m-me, vive qui per proteggere il tempio di Peita dagli invasori."
Rento: "Ma purtroppo, contro i demoni noi non possiamo fare nulla. E a quanto pare anche i vostri amici sembrano avere difficoltà contro di loro."
Chung: "....che cosa hai detto? Demoni?"
Rento: "Demoni. Hanno invaso il tempio di Peita, e abbiamo paura che si stiano rafforzando. E' solo questione di tempo prima che invadano Belder, me lo sento."
Chung: "Dimmi dov'è l'entrata del tempio."
Alvar: "V-vuoi andarci? Almeno l-lascia che ti spieghiamo la situazione."
Chung afferrò per il colletto Alvar, e lo sollevò da terra.
Chung: "Non ho tempo da perdere in discussioni! Dimmi subito dov'è l'entrata del tempio! Farò fuori tutti i demoni con le mie mani!"
Eve: "Chung, calmati! Mettilo giù!"
Chung ubbidì ad Eve, dopo che si rese conto del suo comportamento.
Chung: "M-mi dispiace....non volevo, davvero."
Rento: "Già, ci avevano detto che avevi dei problemi con i demoni. I tuoi amici sono entrati nel tempio da due giorni, ma non abbiamo più loro notizie. Ci avevano detto che se fosse successo qualcosa, sareste venuti voi a risolvere la situazione. Avrei voluto mandare uno squadrone di miei soldati, ma se siete ansiosi di rompervi l'osso del collo, allora vi porto io all'ingresso. Seguitemi."
Rento guidò Chung ed Eve davanti alla torre. Aprì una botola distante qualche metro dall'abisso che separava la torre dal resto del mondo.
Rento: "Scendete le scale di questa botola e farete ingresso nel piano più basso della torre, a circa 500 metri sottoterra. I vostri amici sono entrati da qui, quindi è impossibile che non li troviate.....o non troviate i loro cadaveri."
Chung: "Se proprio vuoi dei cadaveri, te ne porterò qualcuno dei demoni. Magari sono anche buoni da mangiare, che ne dici? .....andiamo, Eve."
21. L'entrata del Tempio.
Eve: "Chung, io ho freddo."
Chung: "Devono essere passate alcune ore da quando abbiamo cominciato la discesa....dobbiamo essere anche più profondi di quando eravamo nel Nucleo di Altera, sono davvero esausto. Ma a parte questo, i Nasod possono avere freddo?"
Eve: "No, ma speravo, che ne so, che togliessi la giacca per darla a me. O qualcosa del genere."
Chung: "Ti prego, finiscila. Sai bene che se ti lascio la mia giacca, rimarrei nudo. Non voglio morire assiderato."
Eve: "Allora mi abbracceresti?"
Chung: "Sei un Nasod, ce l'hai la temperatura corporea? No, mi congelerei anche in questo caso."
Eve: "Sei davvero poco cavalleresco."
Chung: "E tu dai troppa retta a Rena. Guarda, non è una luce quella?"
Chung ed Eve lasciarono andare le scale e caddero verso quella luce.
Finalmente avevano raggiunto l'entrata del Tempio. Atterrarono sul freddo pavimento, e si guardarono attorno. Sembrava quasi come se fossero in un anfiteatro. C'era un lungo corridoio circolare che si estendeva per molti chilometri, dove alla fine si poteva vedere l'ingresso per la torre. Dalle "finestrelle" di quella bizzarra struttura, si poteva anche ammirare la base dell'imponente torre.
Chung: "...'sto posto è davvero spettrale. Eve, percepisci per caso qualche nemico? O Elsword e gli altri?"
Eve: "Mhh.....è indubbio che ci sia qualcuno. Ma non riesco a capire chi."
Chung: "Beh, addentriamoci. Ma stiamo attenti, non sappiamo ancora come siano questi demoni."
I due proseguirono per quel lungo corridoio. I loro movimenti erano molto lenti, avanzavano con molta prudenza. Eve però non potette fare a meno di rompere la tensione scambiando qualche parola con il suo compagno.
Eve: "Chung, ma tu sai come sono i demoni, vero?"
Chung: "No, beh....no, non proprio. Ho ricordi molto sfocati di quel giorno."
Eve: "Hai combattuto contro di loro?"
Chung: "Mhhh.....penso di essere riuscito a fare qualcosa, ma la maggior parte del lavoro è stato svolto da mio padre e dai soldati. Ma non mi ricordo davvero niente, neanch'io so perché."
Eve: "Scusa....forse queste domande ti infastidiscono. Dovrei tapparmi la bocca."
Chung: "Ahahahah! Nah, stai tranquilla. Qualche tempo fa, forse, mi avrebbe dato fastidio. Ma ormai ci conosciamo bene, no? Non ho problemi a parlarne con te, non ti preoccupare."
Eve: "Ehi, Chung, che tipo era tuo padre?"
Chung: "Beh, mio padre.....mio....."
<< C-cosa? >>
Chung realizzò qualcosa. Non ricordava più il volto del padre. Si sforzò tantissimo, ma era come se ogni ricordo della sua unica famiglia fosse stato cancellato. Il suo aspetto, la sua personalità, l'affetto che provava per lui......era tutto sparito.
Qualcuno aveva rubato quei ricordi? O, forse, era Chung che aveva volutamente dimenticato?
Chung si fermò improvvisamente, facendo preoccupare Eve.
Eve: "C'è qualcosa che non va? Non ti senti bene?"
Chung: "E-ecco.....io non..."
<< È lui suo figlio?>>
Chung sentì delle voci nella sua testa. Voci rauche, voci acute, voci profonde......come se venissero da persone diverse.
<< Sembra di si. La descrizione coincide, guarda i suoi capelli. Bene, appostiamoci dietro le rocce. Arcieri, al mio segnale, uccidete quei due. >>
<< Signorsì, signore. >>
Chung: "E-eh?!"
Eve: "Chung, m-mi stai spaventando. Ti è venuto in mente qualcosa?"
Chung continuava a sentire quelle voci nella sua testa. Era diverso, non era la solita voce che sussurrava parole perverse e arrabbiate.
Sembrava, piuttosto, come se Chung stesse leggendo i pensieri di qualcuno.
Chung: "Eve, stai sentendo anche tu?"
Eve: "P-perché parli a bassa voce? No....non sento nulla."
Chung: ".....dietro di me. Siamo circondati."
Chung prese Eve per il braccio e la portò alle sue spalle. Rimase immobile, e si guardò attorno, senza muovere il capo.
<< Si sono fermati! >>
<< Dannazione! Non ci avranno mica sentito? >>
Chung estrasse le sue pistole.
<< Forse si stanno semplicemente guardando attorno, avrebbero già attaccato se ci avessero scoperto. Arcieri, preparatevi! Al mio segnale, uscite e fate fuoco. Uno. Due. ......TRE! >>
Chung sparò a colpo sicuro un'ombra che uscì da dietro un grosso masso. Colpì il nemico alla testa, che cadde a terra, morto."
???: "Ci avevano scoperto! Tutti quanti, uscite! ALL'ATTACCO!"
Da dietro ogni possibile nascondiglio, uscirono fuori delle stranissime creature, probabilmente i demoni. Avevano testa simile a quella di un rettile, con la parte superiore completamente nera, e la mascella di colore bianco. Gli occhi di queste creature erano totalmente gialle, e non avevano pupille. Erano leggermente più alte di un Pongo, e avevano tutti la gobba. Indossavano una semplice armatura di ferro e avevano mani e piedi completamente fasciati. Erano armati fino ai denti: alcuni con delle sciabole, alcuni con l'arco, altri con scudi. Ce n'erano persino alcuni con dei vestiti cerimoniali di colore viola, incappucciati e armati di bastone, probabilmente dei maghi.
Eve: "M-ma sono questi i demoni?! Parlano la nostra lingua!
<<non è vero. Prima sono riuscito a sentirli, ma Eve no. Perché?>>
Chung: "Stai indietro, Eve. Me ne occupo io di tutti questi."
Eve: "Ne sei sicuro?"
Chung: "Avevo proprio bisogno......di un'allenamento di tiro al bersaglio."
Chung sparò tutti gli arcieri che si preparavano a scoccare le loro frecce. La sua precisione era disumana, con un singolo colpo uccise tutti quanti. Eliminati tutti gli arcieri e i maghi, si fecero avanti i demoni muniti di scudo e lancia. Chung non si scompose, e schivò tutti i colpi con grazia ed eleganza, sparando poi nei momenti in cui i nemici avevano delle aperture.
La particolarità di questo nuovo stile di Chung era sicuramente quello di uccidere tutti i nemici con un colpo solo.
Quelli che forse diedero più problemi erano quelli muniti di un grande scudo, dove si riparavano quando erano sotto il fuoco delle pistole. Ma Chung, con dei semplici calci, riuscì a togliere lo scudo dalle mani degli avversari, per poi finirli senza pietà.
Eliminò rapidamente tutti i nemici, lasciandone vivo solo uno. Chung puntò la sua pistola destra sulla sua fronte.
Chung: "Allora, dato che sembri il più carino, perché non facciamo quattro chiacchere?"
???: "Sei una vera belva. Sembri quasi peggio di noi Vargo."
Eve: "Vargo? E' così che vi chiamate? Pensavo foste..."
Vargo: "Demoni. Si, lo siamo. E molto presto il Tempio di Peita sarà nostro. Che cosa credete di fare, feccia?"
Chung: "Tch. Se i demoni sono forti come lo siete stati finora, c'è ben poco di cui preoccuparsi."
Vargo: "Mi dispiace informarti che tutti i Vargo che si trovano qui sotto, anche i generali, sono tutti Vargo di bassissimo livello. Sono coloro in cima alla torre, che dovreste temere. Probabilmente riuscirebbero a far crollare il tempio con un colpo solo, se lo volessero."
Chung: "Che cosa ci fate qui? Pensavo che i demoni avessero conquistato soltanto.....Hamel."
Vargo: "Quindi.....avevo ragione, eri tu. Eheheheh....."
Chung: "C-che cosa hai detto?"
Dopo aver così proferito, il Vargo spinse il dito di Chung sul grilletto, costringendolo a sparare. Il Vargo morì, suicidandosi.
Eve: "Ma perché l'ha fatto?!"
Chung: "....in ogni caso, questi tizi sono debolissimi. Perché Elsword e gli altri non sono ancora tornati?"
Eve: "Ha detto che i Vargo dei piani superiori sono più forti. Forse sono lì?"
Chung: "Ma c'è anche Raven con loro, non è stupido. Avrebbe fatto ritirare tutti. C'è qualcosa che non va..."
Eve: "Beh, continuiamo. Non abbiamo molte altre alternative."
Proseguendo per quel lungo corridoio circolare, i due incontrarono molti Vargo, che sconfissero senza difficoltà. Arrivarono quindi all'entrata del tempio, un'immenso portone realizzato in rame, illuminato semplicemente da due torce posizionate ai due pilastri accanto all'ingresso.
Chung: "Non si sono fatti vedere finora. Saranno entrati sicuramente nel tempio."
Eve: "Questo posto è spaventoso, non sto scherzando. Non si sente volare una mosca."
Chung: "Entriamo, dai."
Spinsero con forza l'immenso portone, che si aprì molto lentamente. Quando si aprì completamente, i due non riuscirono a crederci. Davanti a loro.....non c'era niente. Solo un'immenso spazio di colore viola. Niente corridoi, niente stanze, niente di niente. Chung provò a sporgere la mano in avanti, provò a toccare per terra, ma non c'era niente. Se fossero entrati, sarebbero precipitati in quel vuoto assoluto.
Chung: "M-ma che diavolo..."
Eve: "Qui dentro non c'è.....NULLA!"
Chung: "Non possiamo mica camminarci sopra....a meno che...."
Eve: "C-cos'hai da guardare?"
Chung: "Non puoi provare a svolazzare qui dentro?"
Eve: "Cosa? NO!"
Chung: "E allora che facciamo? Cosa suggerisci di fare?"
Eve: "I-io non lo so."
<< Riflettiamo. Perché dovrebbe esserci questo spazio vuoto? Come sono entrati Elsword e gli altri? Forse c'è un'altra entrata, o forse qualcuno ha creato questa cosa per impedirci di passare. O forse è tutta un'illusione. >>
Chung: "Io mi butto."
Eve:"Ma sei scemo?!"
Chung: "Forse, ma preferisco esserlo invece che restare tutta la vita qui davanti."
Eve: "A-allora aspetta, fa planare me lì sotto!"
Chung: "Se vuoi venire, vieni, ma io mi butto ugualmente. Spero di essere salvato da te se si rivela un abisso senza fine."
Chung si gettò in quell'abisso senza aggiungere altro. Eve lo guardò un po' preoccupata, poi si gettò anche lei, rallentando la caduta con il suo volo.
Chung atterrò su un pavimento, dopo qualche secondo di discesa. Sentì un po' di dolore ai piedi, ma non era nulla di grave. Eve arrivò subito dopo, atterrando leggiadramente accanto a lui.
Eve: "Stai bene?!"
Chung: "Nulla di rotto."
Eve: "Guarda sopra! C'è un muro sul soffitto! Ma allora da dove siamo venuti?"
Chung: "Suppongo che sia più saggio non farsi domande. Andiamo avanti."
22. Cripta.
(*Nota: Per la lettura del capitolo, è altamente consigliato l'ascolto del sottofondo che troverete leggendo. Si ringrazia Gio96b per la traduzione in latino.)
Chung ed Eve si ritrovarono in quella che sembrava essere un'immensa cappella religiosa. Si trovarono in un'enorme navata, con delle panche, ornamenti religiosi e un grosso altare. C'erano detriti, e un po' ovunque c'era segno di distruzione. Il luogo era illuminato da alcune torce accese che emettevano una luce fioca, contribuendo ad accrescere l'inquietudine che quel luogo emanava. Non c'era nessuno, né umani, né Vargo, né altri demoni.
Eve: "D-dove siamo?"
Chung: "Una chiesa, forse. O qualcosa di più, una cattedrale, o una cripta. C'è un'iscrizione qui, ma non riesco a leggerla."
Chung si avvicinò all'iscrizione in pietra, posta sotto l'immenso altare della navata.
Eve: "E' una lingua morta, ma sono in grado di leggerla. Vediamo..."
"In hoc sacro templo Ametistia iacet, deus mortis et aegritudinis. E caelo descendit cum fratibus suos, ut virum pravum et vitiosum condemnet, a suos ipsis sequacibus et veneratoribus occisus est. Suos spiritus in caelum rediit, suos corpus vacuum ibi dimittendo, in expectatione quod rĕvertor et punio humanitatem quod is prodidit"
Dopo averlo letto nella sua lingua originale, Eve tradusse:
"Giace in questo tempio sacro Ametista, il Dio della morte e della sofferenza. È disceso dal cielo con i suoi fratelli, per condannare gli uomini malvagi e peccaminosi, venne ucciso dai suoi stessi seguaci e adoratori. Il suo spirito fece ritorno al cielo, lasciando qui il suo corpo vuoto, nell'attesa di tornare e punire l'umanità che l'aveva tradito."
Chung: "Una cripta....anche se dubito che colui che giace qui dentro sia un vero Dio."
Eve:"Mette davvero i brividi.....dobbiamo addentrarci qui dentro?"
Chung: "Mi spiace, dobbiamo. Questo posto spaventerebbe chiunque, per questo dobbiamo trovare Elsword e tutti gli altri. Non oso immaginare come si sentano se non riescono più uscire da qui. Anch'io ho molta paura, ma dobbiamo fare quello che va fatto."
Eve: "Ehi.....non senti anche tu una strana melodia?"
www.infinitelooper.com/?v=R9Zhml23DqU&p=nChung: "Si......la sento benissimo. E' comparsa subito dopo che hai letto l'iscrizione."
Eve: "C-che cos'è?"
Chung: "Non mi piace per niente, stammi vicino e cammina con le armi pronte."
I due cominciarono ad esplorare quell'immensa zona, passando da ulteriori navate, a lunghi corridoi. Quel luogo era tetro, spaventoso, e deserto, ed era costantemente udibile quella melodia, come se fosse una maledizione. Nessuno fece la sua comparsa, nemmeno un nemico.
Finché, camminando in quel luogo quasi labirintico, non si imbatterono in un Vargo con le vesti di un mago, ma di colore rosso anziché viola. Indossava un grosso cappello ornato di pietre preziose, che copriva i suoi occhi. Il Vargo era seduto su una sede, una sedia da cerimonia religiosa, davanti a un grosso reliquiario, a testa bassa, come se stesse pregando.
Chung: "Ehi, tu."
Il Vargo non si mosse. Potevano pensare che fosse morto, se solo non continuasse a sussurrare a bassa voce quelle che sembravano delle preghiere.
Chung: "Ehi, sto parlando con te. Vargo! Coso! .....sembra che non mi senta."
Eve: "Sta pregando? Oppure sta recitando qualche magia?"
Chung si avvicinò lentamente alle spalle del Vargo, e provò a toccarlo sulla spalla.
Vargo misterioso: "Profani....come osate disturbare la sacralità di questo tempio?"
Chung: "Ah, scusa tanto. Non pensavo che i demoni professassero le religioni."
Vargo misterioso: "Io non professo nulla, io sono solo un.....sicario delle divinità. Il mio nome è Dyuter. Se non avete intenzione di unirvi in preghiera, andatevene subito, prima che la Morte si abbatta su di voi."
Chung: "Spiacente, ma non ho un buon rapporto con le divinità. Non sembri intenzionato a combattere come i tuoi colleghi, quindi che ne dici se ti chiediamo delle cose e dopo ci togliamo dai piedi?"
Dyuter: "Soddisferò le tue richieste, ma non posso assicurare la vostra incolumità dopo che l'avrò fatto."
Eve: "Hai intenzione di combatterci?"
Dyuter: "Io non sono un combattente, sono solo un sicario degli dei, come ho già detto. Sarà l'ira divina ad abbattersi su di voi, non la mia magia."
Quelle parole suonavano come quelle di un fanatico religioso, convinto di essere sempre sotto la protezione del suo Dio. Dava davvero i brividi.
Chung: "Che cos'è questo posto?"
Dyuter: "....vi trovate nella sacra Cripta del tempio di Peita. Davanti a voi riposano i resti di Ametista, il grande Dio della morte."
Chung: "Che cos'è questa melodia? Sei tu a provocarla? Da quando la mia amica ha tradotto un'iscrizione, continuiamo a sentirla."
Dyuter: "Capisco.....quindi siete stati voi. Non sono in grado di rispondervi."
Eve: "Parli tanto di sacralità, ma non siete stati voi demoni ad aver occupato questo tempio? Siete voi gli invasori. Dove sono tutti i tuoi simili, perché ci sei solo tu qui?"
Dyuter: "Sono tempi oscuri per il mondo. Noi Vargo facciamo solo quello che va fatto. Immagino che voi siate compagni degli umani venuti qui due giorni fa."
Chung: "Che cosa? Dove sono?!"
Dyuter: "Ah, sono qui. Davanti a voi."
Dyuter indicò il reliquiario davanti a lui.
Chung: "Ti credi divertente?"
Dyuter: "Tu devi essere Chung Seiker. Abbiamo sentito molto parlare di te, della tua provenienza da Hamel, della tua lotta contro il Re Nasod, della tua doppia personalità. E questa donzella deve essere Eve, una Nasod, figlia del famoso Re ucciso da Chung, ora divenuta Imperatrice dei Nasod.. Probabilmente vi sentite molto forti, ma.....cos'è la vostra potenza, di fronte a un Dio?"
Eve: "A-Ah!"
Eve si gettò a terra, con le mani sulla testa, come se fosse in preda a un grande dolore.
Chung: "Eve! Che cosa c'è?!"
Eve: "L-la mia testa!"
Chung: "Ehi, che stai facendo?! Smettila, maledetto Vargo!"
Dyuter: "Io non sto facendo niente. E' semplicemente Ametista, che purifica il cuore della ragazza. Strano che tu non abbia lo stesso effetto.....non sarai mica un demone anche tu, eh?"
Chung: "C-cosa?!"
Dyuter: "Vuoi sapere dove sono i tuoi amici? Ormai non sono più quelli che conoscevi. Sono ormai diventati servitori del grande Ametista."
Dyuter puntò con il suo bastone al cielo. Sopra di lui, comparvero la figura spettrale di Elsword, Rena, Aisha e Raven, con gli occhi spenti. Tutti emanavano una leggera aura oscura.
Chung strabuzzò gli occhi. Avvertì un profondo dolore nella sua testa, e cadde a terra. Non riusciva più a vedere nulla, percepiva solo una profonda sfocatura.
<< Mi sento strano, il mio corpo è pesante. E' un'allucinazione? O sono davvero loro? Mi gira la testa, cavolo.... >>
<< Non sarai mai una parte del Dio Ametista. Smettila di comportarti come una femminuccia e fai fuori quel Dyuter. >>
<< Sei di nuovo tu...pensavo di essermi liberato della tua voce, dopo Re Nasod. >>
<< Come vuoi. Diventa una zombie, non mi interessa. >>
Chung riuscì a tornare in se. Si scosse la testa, e cercò di recuperare la visibilità dei suoi occhi. Quando la sfocatura se ne andò, vide Eve, con gli occhi spenti, accanto a Dyuter. Era come se fosse in trance, come se qualcuno o qualcosa la stesse controllando.
Chung puntò le sue due pistole a Dyuter.
Dyuter: "Cosa? Sei riuscito a resistere all'influenza di Ametista?! M-ma chi sei, un Dio?!"
Chung: "Chi vuoi prendere in giro? Hai cercato di drogarmi, per caso? Libera subito Eve e i miei amici, prima che ti faccia diventare un colabrodo."
Dyuter: "N-non capisco...ma allora sei davvero un demone."
Chung: "Vuoi farmi forse innervosire? Lascia andare quella ragazza."
Dyuter: "Tch.....benissimo. Non volevo farlo, ma è il mio destino, dopotutto. Molto bene. Libererò coloro che definisci tuoi amici. Ad Ametista non servono certo creature deboli come loro."
Dyuter sussurrò delle parole al suo bastone. Improvvisamente Eve tornò normale, e corse impaurita dietro Chung. Le figure spettrali di Elsword e gli altri tornarono ad essere solide, e atterrarono al suolo, dietro Chung.
Raven: "Cosa?!"
Elsword: "Ma, che cosa è successo?"
Chung: "Vedo che siamo ragionevoli."
Rena: "Questa voce....sei tu, Chung?!"
Chung si girò e diede un fugace sguardo al resto dei suoi compagni, poi portò nuovamente la sua concentrazione su Dyuter.
Dyuter: "Ti credi vittorioso? Non mi hai mica costretto a liberare i tuoi amici. Sono solo dei deboli. Tu, invece, sei molto interessante. Diventerai il perfetto servo di Ametista. Unisciti a me, e diventerai uno strumento della grande divinità!"
Chung: "Non scherzare, io non sono lo strumento di nessuno."
Dyuter: "Mi dispiace, ma la mia non era una richiesta. Se non riesco a convincerti, allora vediamo che cosa ne pensa....Ametista IN PERSONA!"
Dyuter estrasse un coltello dalla sua veste. Chung si preparò a combatterlo, ma anziché gettarsi addosso a Chung, Dyuter si ferì da solo, piantando il coltello sul suo torace.
Chung: "Cosa?! Perché l'hai fatto?"
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Di colpo quella melodia disturbante cessò immediatamente. Tutte le torce di spensero, ad eccezione di quelle che illuminavano il reliquiario
Aisha: "E-Elsword!"
Raven: "Non mi piace....non mi piace per niente."
Dyuter cadde a terra, morto. Il reliquiario cominciò ad emanare una luce viola. In pochi secondi, quella luce divenne un fuoco fatuo, che si posò sul corpo di Dyuter. Il corpo si alzò da terra e cominciò a lievitare in aria, circondato da quel fuoco fatuo viola.
Il corpo di Dyuter esplose in mille pezzi, bruciando tutte le sue parti. Dal centro della fiammella, nacque un nuovo essere.
Questa "cosa" non aveva il lato inferiore del corpo. Il centro del suo corpo era formato da un grosso vestito cerimoniale e una minacciosa maschera viola. Aveva due grandi mani artigliate, ed era avvolto da una fiamma viola. Sembrava un fantasma, in quanto tutto ciò che era visibile di lui era il suo abbigliamento. Non aveva un volto, non aveva braccia, non aveva niente di niente...
Quell'essere cominciò a parlare. Non si riusciva a capire da dove provenisse quella voce, che aveva sia un timbro maschile, sia un timbro femminile.
???: "Libero.....finalmente."
Chung: "Chi diavolo sei, tu?!"
???: "...io sono lo spirito del supremo Ametista. Potete chiamarmi....Amorfo. La mia trasformazione non è ancora completa in quanto non ho fatto altro che prendere possesso del corpo di un misero Vargo.....ma molto presto tornerò ad essere forte, e avrò la mia vendetta sull'umanità."
Chung: "N-non ci sperare!"
Amorfo: "Perché non sono riuscito a schiavizzarti? Sei davvero speciale, umano...devi essere un demone. Non c'è altra spiegazione."
Chung: "Basta con questa storia! Io sono un essere umano!"
Amorfo: "Questo è indubbio, ma un umano non riuscirebbe mai a sfuggire al mio controllo. Devi avere qualcosa in più......ti voglio. Lascia che la morte avvolga il tuo spirito, in modo che possa esaminarti."
Chung: "Dovrai prima farti calciare il sedere da noi!"
Amorfo cadde in una lunghissima risata.
Amorfo: "Volete combattere......un DIO? Ooooh, si, gli umani sono sempre stati dei pazzi....benissimo. Forza, mostratemi che cosa sapete fare."
Aisha: "E-ehi, ma quella cosa che hai sul tuo guanto destro..."
Amorfo: "Questo? E' un anello in grado di risucchiare l'energia magica dei viventi. Perché te ne interessi, sciocca ragazzina?"
Aisha: "Quello.....è il mio anello! L'anello che mi ha rubato i poteri!"
Chung: "Se ne usciremo vivi, potremmo dire che siamo anche più forti delle divinità. Diamoci dentro, ragazzi!"
chiudo