ForumCommunity

Racconti di "TERRORE E FOLLIA!"

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/12/2012, 23:19
Avatar

Hoster del TeamSpeak3

Group:
Administrator
Posts:
179
Location:
Dall'oscurità

Status:



Il sonno della mente. [/b]


Mi svegliai con un forte dolore alla testa come se qualcosa
stesse sbattendo contro la mia fronte per cercare di penetrarvi, cercai di
aprire gli occhi ma quel dolore lancinante non me lo permetteva, li socchiusi e li riaprii aspettandomi di
vedere la luce del sole ma ciò che vidi non era altro che buio, un buio nero
come la pece, ma allo stesso tempo vidi una luce foca in lontananza … fin
troppo lontana per raggiungerla.


All’ improvviso un tanfo nauseante, le mie narici si spalancarono
, i miei occhi strabuzzarono dalle orbite e la luce lontana divenne più forte
illuminando così ciò che mi circondava : morte.


Mi guardai attorno lentamente cercando di riordinare i
pensieri, intorno a me vi era il mare .. ma un mare formato da acqua nera e
priva di vita in cui sguazzavano pesci privi di anima, tutto ciò che vedevo era
morte.


Guardai in basso e con le mani tastai la superficie su cui
ero seduto –una zattera- pensai –una zattera…-


Volevo pensare ma il tanfo dei pesci defunti e il dolore
alla nuca non me lo permettevano –come
sono finito qui? -.


Non so quanto tempo passai seduto su quella zattera in legno
di selce, circondato da pesci morti e con quell’ emicrania che non mi dava
tregua, stavo vivendo un incubo.


Quando l’ emicrania passò iniziai a riflettere : -come sono
arrivato qui?- pensai –qual è il mio
ultimo ricordo?- cercai di ricordare .. ma nulla, mi tornava alla mente solo
una frase : “ il sonno della ragione genera mostri figliolo”.


-Il sonno della ragione? Chi me l’ ha detto?- in nessun modo
riuscii a riordinare la mia mente confusa per ore pensai a quella frase finchè
all’ orizzonte qualcosa apparve.


-Un isola! AH AH UN ISOLA!- dissi –sono salvo!- iniziai a
remare con le mani senza badare ai corpi in putrefazione che toccavo, preso da
un senso di euforia.


Mi avvicinai e ciò che vidi subito era un enorme obelisco,
mi avvicinai sempre di più e dopo qualche minuto raggiunsi la costa.


Quando toccai terra ebbi l’ impulso di saltare di gioia ma
quando vidi l’ obelisco tutta la mia gioia fu frenata e un profondo senso di
terrore mi avvolse, mi avvicinai e notai
che quella misteriosa costruzione era ricoperta di incisioni e antiche
scritture.


Osservai le incisioni
: rappresentavano delle strane creature simili a balene antropomorfe che
fuoriuscivano dal mare ma le scritture mi erano assolutamente incomprensibili.


Segui la narrazione delle vicende narrate dalle incisioni
finchè non vidi una frase a me comprensibile : “ Egli non mi troverà. Dio, quella mano! La finestra, la
finestra! “


Quella frase si ripeteva e si
ripeteva come se fosse infinita …. – che cosa ? – un rumore.


Mi girai di scatto, terribili
rumori giungevano dal mare come se la terra si stesse aprendo e a un tratto
qualcosa fuoriuscì e si erse dal mare di pesci morti … -una mano?-


Una titanica mano uscì dal mare
seguita da un'altra e dalle braccia, a quel punto la mia mente collassò.
Iniziai a ridere sadicamente mentre le mani palmate fuoriuscivano dal mare, e
risi risi risi e risi ma perché ridevo? La follia mi avvolse totalmente la
paura era tale che tutto ciò che potevo fare era ridere mentre nella mia testa
rimbombava : “ Egli non mi troverà. Dio, quella mano! La finestra, la
finestra! “.


Il terreno sprofondò sotto i miei
piedi e all’ improvviso fu tutto buio e poi di nuovo luce.


Mi svegliai sulla mia scrivania
davanti a un caffè rovesciato e un libro aperto – era un sogno?- pensai, ma in
qualche modo sapevo che non era un sogno.


“Il sonno della ragione genera
mostri figliolo”


Mi guardai attorno confuso e ancora
assonnato : il mio studio era tutto in disordine e la porta era
spalancata, i libri erano caduti dallo
scaffale ricoprendo di carta il pavimento, la scrivania era cosparsa di caffè
fuoriuscito dalla tazza rovesciata, tutto era ora bagnato tranne il libro su
cui poggiavo la testa.


Mi sgranchii e mossi le
gambe intorpidite poi presi in mano il libro per scoprire se fosse lui il
responsabile del mio incubo, lo sfogliai velocemente e poi lo richiusi per
vederne il titolo : - necro..? Necronomicon?-


-Che razza di nome,
logico che poi abbia questi incubi- alzai la testa e cercai di alzarmi ma
qualcosa me lo impediva –che diav?- per quanto ci provassi non riuscivo a
muovermi dalla sedia.


-Che cosa diavolo sta
succedendo?- chiamai la mia segretaria : Lucy, ma la mia voce echeggiava nel
corridoio senza ricevere risposta, a un tratto sentii dei passi alle mie
spalle, mi voltai di scatto : -chi va là?- nessuna risposta –Lucy?-


Una voce …. una voce
cupa e tenebrosa rimbombò nel corridoio – sai Howard.. non è
morto ciò che in eterno può attendere-


-Chi sei? Chi ti manda?-


-Chi mi manda?- disse la voce mentre avanzava a
passi lenti. –Dimmi Howard… hai paura ?-


-Chi sei?!-


-La più antica e potente emozione umana è la
paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.-


-Dimmi chi diavolo sei!- Mi agitai sulla sedia
cercando in tutti i modi di liberarmi ma quando l’ ombra del misterioso uomo fu
sulla soglia il terrore fu tale che mi paralizzai istantaneamente. E a un
tratto la cosa fu sulla soglia ma non era un uomo era un cadavere di una donna.


-Vuoi sapere chi sono? Ma come? Io sono Asenath!
Hai già scordato Howard?-


-Asenath?- Quel nome fece riaffiorare dei
ricordi. – Asenath Waite…. “la cosa sulla soglia” h.p. Lovecraft 1933- Come nel
mio incubo la mia mente collassò e ancora iniziai a ridere e alla mia risata si
unì quella di “Asenath” che immobile sulla soglia rideva maniacalmente.


Udii un latrato mi voltai e dissi : - “Il cane”
1922-. Asenath annuì ed entrambi ricominciammo a ridere fino a che il latrato
si fece più forte e il cadavere smise di ridere.


-Howard, ti ricordi che cosa rappresenta quel
latrato vero?-


Per un attimo smisi di ridere e ricordai : il
cane del racconto di Lovecraft altro non era che il guardiano dei morti che
uccide chiunque possegga il suo medaglione. Mi
tastai il petto e sentii un cerchio metallico lo guardai e su di esso
vidi raffigurato un cane.


-N.. no questo … questo è solo un incubo-


-La tua mente Howard…. la tua mente sta forse
dormendo Howard?-


Il latrato si fece più vicino ricordai con orrore
la fine dei malcapitati nel racconto di Lovecraft e iniziai ad urlare.


-Il sonno della mente genera i mostri-


A un tratto sentii di potermi alzare e lo feci,
mi alzai di scatto e subito corsi verso la finestra e senza indugio alcuno mi
ci gettai, ma il tempo… il tempo era come fermo, man mano che cadevo davanti ai
miei occhi passavo ogni genere di creatura : Nyarlotothep, Cthulhu gli
Shoggoth, infinite creature della sadica mente di Lovecraft.


E mentre cadevo sentivo i sussurri provenire
dalle tenebre, sentivo i ratti nei muri e l aria fredda.


Infine di nuovo mi svegliai… nel mio letto questa
volta.


Nelle mani stringevo un libro : lo guardai :
“Weird Tales raccolta completa”. –Che incubo orrendo-.


Mi alzai ricoperto di sudore, gettai il libro
dall’ altra parte della stanza e andai a prendere un bicchiere d’ acqua.
–Maledetto Wilbur, maledetto lui e tutto l’ occulto!-


Tornai nel mio letto e mi sdraiai nuovamente
sperando finalmente di poter dormire.


Prima di
addormentarmi mi tornò alla mente una frase : “Il pensiero
umano, con le sue infinite varietà, i suoi infiniti gradi, aspetti e conflitti,
è forse lo spettacolo più divertente e, insieme, più scoraggiante, del nostro
globo terracqueo.”


Ma questa frase giungeva alla mia mente da molto
lontano quasi come venisse da una città cadavere dominata da un dio folle e
crudele.






Diario di un incubo.

Si dice che la mitica città di R’lyeh fu costruita 350 milioni di anni fa da enormi e ripugnanti creature ed in essa posero il
sepolcro del loro dio Cthulhu.


Nel 2001 un gruppo di ragazzi appassionati dell’ occulto
decise di intraprendere un viaggio a bordo di un peschereccio, lo scopo del
viaggio era visitare la possibile ubicazione di R’lyeh 47°9'S 126°43'W nell'Oceano Pacifico.


I suddetti ragazzi non fecero ritorno, solo un membro dell’ equipaggio riuscì a sopravvivere ma si
suicidò pochi giorni dopo, sul suo corpo fu rinvenuto un diario successivamente
riconosciuto come il diario di Wilbur uno dei ragazzi scomparsi.


Ciò che segue è la copia del suo diario.


21 settembre 2001


La navigazione sta proseguendo per il meglio : i marinai sono tutti indaffarati nella pesca e io e
gli altri ci divertiamo giocando a carte o a leggere un po’ del buon vecchio
Lovecraft (se non abbiamo il mal di mare).


Le giornate passano fiacche non pensavo ci sarebbe voluto così tanto …. a volte ripenso a ciò che ci ha
detto quel vecchio lupo di mare al porto, non so qualcosa nelle sue parole riguardo
alla follia e a ciò che avremmo trovato….


Sono esattamente le 16:43 e quell’ idiota di Howard ha di nuovo vomitato sul ponte! Non vedo l’ ora che
questo viaggio finisca! Odio le maledette navi! Ma perché mi sono fatto
coinvolgere!?!?


Sono le 23.14 la giornata è andata per il meglio tralasciando il mal di stomaco, a cena i marinai ci hanno
raccontato una storia riguardante il così detto Leviatano, ovvero un enorme
pesce che tutti i grandi pescatori un giorno sperano di pescare, ah ah ah
ancora rido è stata una serata molto piacevole e spero di poter dormire senza
dove correre al gabinetto.


23 settembre 2001


Caro diario : ieri non ho scritto nulla perché sono stato rinchiuso in cabina con la nausea, è stato
orribile!


I marinai dicono che entro domani dovremmo arrivare a destinazione finalmente!


Sono le 22.39 e il mal di stomaco è tornato anche stasera smetto di scrivere.



24 settembre 2001


Finalmente dovremmo esserci! I marinai dicono che tra poche ora saremo arrivati attualmente sono le 8:56
sono emozionatissimo!


Sono le 12:34 all’ orizzonte si vede una nebbia foltissima, purtroppo non possiamo navigare, l’ arrivo è
rimandato.


Sono le 21:29 è successo un fatto inspiegabile : la nave si è mossa come spinta da qualcosa e siamo finiti
dritti nella nebbia! Giurerei di aver visto qualcosa che spingeva la nave! LO
GIUREREI!


Sono le 23.45 sono letteralmente terrorizzato la nebbia è così fitta che all’ esterno non si vede
nulla! I marinai non sanno spiegare l’ accaduto e temono che la nave possa
schiantarsi.


25 settembre 2001


L’ ho visto…. ho visto quello che chiamano Leviatano o almeno credo ma vi assicuro che quella cosa non
aveva nulla di naturale.


L’ abbiamo visto io e Philips : era nella nebbia, è stato un attimo ma era lì! Un enorme ombra nella nebbia
era il doppio della nave!!! Ho paura ho molta paura!



27 settembre 2001


Siamo naufragati. La nave si è schiantata contro un scoglio, siamo saliti sulle scialuppe giusto in tempo e
solo oggi abbiamo toccato terra.


La nebbia è ancora qui e io sento che qualcosa mi sta osservando … qualcosa di grosso.



Nelle pagine del 28 e 29 settembre Wilbur scrisse solo la
seguente frase : “Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn”.


Secondo alcuni le parole incomprensibili sarebbero legate al culto di cthulhu, ecco la possibile traduzione : “Nella sua dimora a R'lyeh il morto Cthulhu attende sognando”.


30 settembre 2001


Due giorni.

Ho dimenticato tutto ciò che ho fatto in due giorni! Oggi mi sono svegliato e l’ equipaggio era dimezzato!


CHE COSA STA SUCCENDO QUI?
COSA!?

Io e Howard abbiamo deciso di esplorare l’ isola in cerca di aiuto, riporterò qui le eventuali scoperte.


1 ottobre 2001

Sono Philips Smith compagno di Wilbur e Howard riporto qui quanto accaduto ieri poiché voglio che tutti
sappiano cosa è accaduto in quest’ inferno.


Ieri Howard e Wilbur sono tornati dalla loro esplorazione ma i loro occhi erano bianchi! TOTALMENTE
BIANCHI! Continuavano a ripetere queste parole : “Cthulhu fhtagn” dopodiché hanno dato fuoco alle scialuppe!
Abbiamo cercato di fermarli ma avevano una forza sovraumana è stato tutto
inutile ma il peggio è stato dopo : hanno detto : “sanno sempre ciò che accade
nell’ universo” io gli ho chiesto : “chi?” e loro hanno puntato il dito alla
tempia dicendo : “l’ inferno è proprio qui” poi sono morti senza alcun motivo
apparente! SONO CADUTI AL SUOLO PRIVI DI VITA!


4 ottobre 2001

Sono il membro dell’ equipaggio della nave : Dagon. Stevenson Richard.


Mi sento costretto a scrivere quanto accaduto nei giorni : 2 ottobre e 3
ottobre dell’ anno corrente.


Una creatura non di questo mondo e ci tengo a sottolineare che non aveva nulla di
normale è emersa da un enorme sepolcro precedentemente ricoperto dalla nebbia.


So che molti non crederanno alle mie parole ma quanto scrivo è veritiero : la
creatura mi ha parlato e io in qualche modo sapevo cosa mi stava dicendo : mi
stava chiedendo di divulgare la verità.


Non so se qualcun’ altro ha visto quella cosa probabilmente sono semplicemente
impazzito ma ciò che so è che quando quell’ essere è apparso i miei compagni di
sventura sono impazziti.


Il 2 ottobre 2001 quando la creatura è apparsa avevamo intenzione di costruire una
zattera per poter fuggire ma tutti e
ripeto TUTTI sono collassati al suolo ridendo istericamente e pronunciando parole prive di senso solo due
parole mi furono comprensibili : “risvegliato Cthulhu”. Solo io ho visto quella
creatura e solo io non sono impazzito (almeno credo) e ora voglio divulgare la
verità! Oggi 4 ottobre 2001 ho ultimato la zattera e ora sto navigando nella
nebbia sperando di trovare una via d’ uscita per tornare al mondo civile.


7 ottobre 2001


Finalmente è finita una nave di passaggio mi ha preso a bordo sono salvo


19 ottobre 2001

Lui è nella mia testa.




Il 21 ottobre 2001 Stevenson si gettò dalla finestra della sua casa morendo sul
colpo, nelle pagine del diario del 19, 20 e 21 ottobre le uniche parole erano :
“lui è nella mia testa”.

Sul retro del diario era riportata una descrizione attribuita forse alla creatura
citata dal marinaio.


“La cosa non può essere
descritta un viscido e verde uovo cosmico con tenaglie molli e una orribile
testa di calamaro con antenne che si contorcono una montagna che camminava e
incespicava”


Reputo giusto riportare le
pagine di questo diario perché il ricordo dei giovani che si avventurarono
nella città cadavere non svanisca col tempo.



Le scienze, ognuna tesa nella propria direzione, finora non
ci hanno nuociuto gran che; ma un giorno, il confluire di frammenti di
conoscenza dissociati schiuderà panorami della realtà talmente terrificanti che
o impazziremo per la rivelazione, o fuggiremo dalla sua luce mortale, cercando
rifugio nella pace e nella sicurezza di nuovi secoli bui. H.P. Lovecraft.





La promessa.



La luce si spegne e le tenebre calano sulla stanza, resta
solo la delicata lucentezza della luna che attraverso la finestra giunge al
pavimento.




Ma la stanza è totalmente avvolta nel buio, ed ecco che un
semplice armadio diventa una creatura spietata e assetata di sangue, e sotto il letto decine di creature
demoniache danno inizio a una strana ballata, i rami degli alberi diventano braccia
protese verso la finestra e il povero bambino spaventato nel suo letto cerca di
porre fine al flusso d’ immaginazione.




“Mammaaa” urlò il piccolo Erich.




“Maammaaaaa” insistette, senza ricevere risposta.




“Cosa succede piccolo?” disse con voce affettuosa ma
spazientita la signora Fletch.




“I mostri! Caccia i mostri!” disse il piccolo fanciullo
mentre tremava coprendosi il mento con le coperte.




“Non c’è nessun mostro qui piccolo” disse la signora Fletch,
poi puntò un dito sul piccolo cranio di Erich “Sono tutti qui. Le tue paure
sono i mostri. Tu non pensarci e dormi.” Diede un bacio sulla fronte del
bambino e tornò nel letto per metà vuoto.




“Non pensarci! Non pensarci!” pensò il piccolo erich “ I
mostri non esistono! Io sono coraggioso!”




Un cigolio interruppe la riflessione del giovane che balzò
in piedi e scattò nella stanza della madre.




“Mamma mamma! Qualcuno stava aprendo la porta!”




“Uff Erich! Dai salta su.” La signora Fletch fece salire il
piccolo nel letto matrimoniale e gli accarezzò i capelli finchè non fu accolto
nel dolce abbraccio di Morfeo.




La signora Jessica Smith (47 anni) vedova del marito Finn Fletch , morì in un incendio di cui
ancora non sono state appurate le cause, il figlio Erich Fletch (8 anni) scomparve
nell’ incendio, la polizia locale crede che sia morto insieme alla madre nell’
incendio.




La signora Smith viveva , insieme al marito, una piccola
villa in Burkittsville (anticamente chiamato Blair) nella contea
di Frederyk (USA).




Finn Fletch morì 7 anni dopo la nascita di Erich Fletch, il suo corpo fu ritrovato ricoperto di ferite
probabilmente di un orso.




Una setta locale fu sospettata dell’ omicidio della famiglia Fletch.




Pioveva quel triste e freddo giorno d’ inverno, e la pioggia
copriva le lacrime dei presenti.




La bara veniva calata sottoterra accompagnata da un cupo
motivo e dai lamenti dei familiari e degli amici, Erich pianse per la prima
volta quel giorno ma nei sui occhi non vedevo tristezza ma preoccupazione come
se sapesse quale destino ci attendeva.




“Ora dormi Erich”




“ Non ci riesco mamma… ho paura.”




“Di cosa hai paura?”




“Papà è morto … e se morissi anchio? E SE LUI STESSO VENISSE
DA ME A” fu interrotto dall’ abbraccio della madre in lacrime.




“No Erich, non dire così, tu sei giovane hai tutta la vita
davanti! Ti prego non dire così.”




Quella sera Jessica non dormì, passò la notte a cullare
Erich…. sconvolta dalla chiara preoccupazione che vedeva negli occhi del
piccolo.




I mesi passarono tranquillamente e poi arrivò quel tragico
anno.




… Dal diario di Jessica Smith pagina del 21 settembre :




In questi giorni Erich si comporta in modo strano, ogni
giorno passeggia nel boschetto e si è pure trovato un amico immaginario .. lo
chiama Tom, però è strano … ha 8 anni pensavo che ormai fosse abbastanza maturo
da non necessitare di un amico immaginario.




… Dal diario di Jessica Smith pagina del 27 settembre :




Oggi Erich ha parlato con “Tom” e ciò che ha detto non mi è
piaciuto affatto : “Mamma non ha colpa! Tom non fargli del male”. Insomma …..
COSA? Ho chiesto ad Erich che cosa intendesse con quella frase e lui mi ha
risposto : “Tom vuole addossare a te la colpa”.




... Dal “ corriere della strega “ edizione del 4 ottobre :




Oggi nel bosco sono state trovate delle grosse impronte,
apparentemente di un orso ma la cosa che davvero sorprende è che di fianco ad
esse vi erano orme di due persone di cui una forse di giovane età.


Che si tratti di un orso amichevole?




“Maammaaaa, io e Tom andiamo nel bosco!”




“Nel bosco? Come mai giovani esploratori?”




“Dobbiamo incontrare degli amici”




“Ah si? Quali amici?”




“ Non posso dirtelo.”




“ E perché?”




“ Se lo faccio Tom ci farà del male”




“Ok Erich basta con questa storia! Perché pensi che Tom
possa farci del male??”




“Tom non è buono… mamma per favore fidati di me! Ti prego….”




“Erich io … NO! Vai in camera tua!”




“Non posso mamma” il ragazzo iniziò a correre diretto nella
boscaglia.




“ERICH!” Jessica cercò di inseguirlo ma fu bloccata da una
forza che la colpì allo stomaco e la fece svenire.




Jessica fu trovata priva di sensi da un contadino di
passaggio che subito la riportò in casa, dopo poche ore Jessica si risvegliò e
andò a cercare il figlio nella boscaglia.




.. Dal diario di Jessica Smith pagina del 5 ottobre :




Stava parlando nel bosco con… con… non riesco neanche a
pensarci! Era li! Vedevo le sue impronte sentivo il suo respiro!! C’era
qualcosa li!




Ci stava parlando! Oddio ci stava parlando! Era totalmente
disinvolto gli parlava e ci scherzava ma io vedevo solo il suo respiro e le sue
orme! Forse sono solo stressata.




… Pezzo di una lettera
mandata da Jessica Smith all’ amica Teresa Simmons :




Teresa … non so cosa stia succedendo … ho paura di chiudere
gli occhi ma anche di aprirli.. ogni giorno Erich va nel bosco , ho persino
paura di seguirlo SO che ce qualcosa! UNA PRESENZA!




Voglio andarmene da qui.




“Mamma suonano alla porta!”




“Si si arrivo” disse Jessica spazientita, e si diresse verso
la porta, ma quando l’ aprì fu il terrore ad avvolgerla.




“Ehm salve … lei è?”




Davanti alla porta vi era una signora anziana con una veste
nera indosso, il suo sguardo era nero ed inespressivo.




“Salve .. lei è la signora Fletch?” disse l’ anziana donna,
mostrando le sue gengive malconce e i denti gialli.




“Si sono io”.




“Salve, vorrei solo porle una domanda”.




“Bhe mi dica pure…”




“Lei mi può dare conferma che il piccolo Erich è il suo
unico figlio .. nato dal signor Finn Fletch?”




“C-cosa ?.. Mi scusi ma lei chi è?




“La prego di rispondere signora Fletch”.




“Mi dica chi è lei!”




“Non le riguarda signora Fletch! Risponda alla mia domanda!”




“Se ne vada vecchia pazza!” disse mentre sbatteva la porta.




La vecchia cadde nella neve, si rialzò, agitò un braccio e disse : “non creda che
cacciarmi possa salvarla signora Fletch, lei deve rispettare la promessa fatta
da suo marito!”




“ Di cosa diavolo sta parlando!?”




“ Due giorni signora Fletch.. le concedo due giorni per
consegnare spontaneamente il fanciullo”




“Lei è pazza!”




La vecchia signora se ne andò borbottando seguita dallo
sguardo pieno di rabbia di Jessica.




“Chi era mamma?”




“Nessuno Erich torna a giocare”.




…Dal diario di Jessica Smith pagina del 7 ottobre :




Ho sbarrato tutte le finestre e chiuso le porte a chiave
quella vecchia malata non entrerà di certo .. però ho paura .. ho un terribile
terrore che non mi lascia in pace …. suonano alla porta.




“Si chi è?”




“Signora Fletch consegni il ragazzo!”




“ Se ne vada ! ORA ! CHIAMO LA POLIZIA!” urlò jessica.




“Signora Fletch la prego di ragion..”




“SE NE VADA!”




“ Chi è mamma?” disse Erich strofinandosi gli occhi (erano
le 20:30)




“Vai via Erich chiuditi in camera!”




“Ma mamma cosa?”




“VAI IN CAMERA ERICH!”




“Lei è stata avvisata signora Fletch” strepitò la vecchia ed
inizio a pronunciare parole incomprensibili agitando un braccio in aria, dalla
boscaglia sbucarono altre vecchie e uomini di mezza età tutti vestiti con una
veste nera come la pece.




All’ improvviso la casa inizio a tremare e terribili ruggiti
rimbombavano tra le mura, intorno alla casa apparve una nebbia nera e all’
improvviso fu buio.




E di nuovo nel buio .. strane creature danzavano in cerchio
accompagnate da un cupo coro di uomini e gli alberi divennero braccia ma
stavolta non era la luce della luna ad illuminare il buio… ma la luce del
fuoco.




Le fiamme si alzavano in cielo e danzavano e sotto di esse :
le grida di Jessica che si dimenava
sulla lastra di roccia mentre Erich abbracciava qualcosa di informe ed
indescrivibile .. la promessa fu mantenuta.




Della casa dei Fletch non rimangono che ceneri e uno strano
simbolo dipinto sul cortile dietro all’ abitazione.




Nei giorni che seguirono l’ incendio quel simbolo fu
scoperto come il simbolo di una setta locale con cui il signor Finn Fletch
aveva rapporti tenuti segreti alla moglie.






“Non avere paura Erich i mostri sono solo nella tua testa”.




Il paese di Blair reso celebre dal film : “The Blair Witch
project” cela decine di leggende e inquietanti, ma allo stesso tempo intriganti,
storie popolari ma spesso in esse non vi è un lieto fine.





Azathoth




“E allora danforth e il suo compagno scoprirono il vero
terrore”.






Nel 1996 un gruppo di sedici esploratori si avventurò nel
polo sud per esplorare una caverna ricca
di prezioso minerale, questi uomini non fecero ritorno e di loro restò solo un
documento in cui affermano di aver rinvenuto degli esseri congelati da loro
chiamati : antichi.




Nell’ agosto del 1996 (esattamente dopo un mese dalla perdita
dei contatti radio con i sedici esploratori) fu mandata un ulteriore squadra il
cui compito era accertarsi della salute dei
sedici uomini scomparsi.




Eravamo in cinque…. cinque miserabili e una muta di cani,
avevano famiglia … io no. Perché io sono stato risparmiato?




Ricordo il giorno in cui siamo atterrati : una terribile
tempesta imperversava; siamo atterrati, abbiamo piantato le tende e legato i cani. Una
volta passata la tormenta iniziammo l’ esplorazione della caverna.




Dopo due ore di cammino siamo arrivati alla caverna di cui
avevamo le coordinate e ci siamo accampati.




Quelli dei piani alti ci avevano riferito di alcuni resti
all’ interno della caverna, ma l’ obbiettivo principale era scoprire che fine
avessero fatto quelli dell’ operazione : mountains of madness; e li trovammo …
ma purtroppo non trovammo solo loro.




“Allora Philips si parte?”




“Sissignore, Josh slega i cani, Kane prepara le corde e i
rampini, io recupero un po di provviste.” Philips era molto autoritario, ci
impartiva ordini e noi eseguivamo.




“Si” Risposi insieme agli altri.




“Ok signori si entra”




La caverna era buia nonostante la luce esterna, accendemmo
le torce ma ancora il buio persisteva come se nascondesse un segreto che tale
voleva restare.




“Diamine, non si vede nulla qui dentro!”




“Tenga signore” disse Josh passandogli una torcia.




“Grazie J”




“Non so voi ma io ancora non ci vedo, hey Howard usa un
razzo di segnalazione”.




“Sissignore!”




Howard accese il razzo e finalmente fu possibile vedere.




“O-mio-dio” Smith fu l’ unico a parlare e ancora mi chiedo
come ci fosse riuscito perché io persi totalmente il fiato davanti a quello
spettacolo.




Erano quelli i reperti di cui ci avevano parlato? QUELLE
COSE? Davanti a noi si stagliavano delle creature immense ed informi rinchiuse nel
ghiaccio, non c’è modo di descrivere ciò che vidi quel giorno era come guardare una rozza imitazione de : “la cosa [b]
da un altro mondo”.






Masse informi …
neanche i miei occhi mi permisero di dare una forma a quelle cose, neanche la

mente più perversa avrebbe potuto immaginare QUELLE COSE!




I cani abbaiavano come impazziti ma nessuno ci badava,
eravamo totalmente ipnotizzati.




“J…. lega i cani, Howard dimmi che non sto sognando”.




“Non credo signore … io io …”




“Signore io non credo che dovremmo restare qui! Dobbiamo
avvertire la base … qu-questa è una scoperta sensazionale.. noi noi ..”




“ZITTO KANE! Abbiamo
altre priorità!”



“Ma signore !”




“ZITTO HO DETTO! Fate tacere quei cani!”




Io non potevo parlare … non ci riuscivo, mi gettai in
ginocchio e iniziai a pregare : pregai… e chiesi al signore di diventare cieco
e di perdere la memoria, volevo dimenticare ciò che vidi.




“Philips porta dentro le tende, J lega i cani”.




“Signore e la luce?”




“Accendiamo un fuoco , accendete un altro razzo e posate
nelle pareti le torce”.




“Sissignore”




“Mio dio Howard non starai pregando!”




“Mi scusi signore”.




“Hey .. Howard resta fresco ok?”




“Sissignore”.




Accendemmo il fuoco e quegli esseri furono ancora più
visibili, passammo la notte svegli a fissarli e cercavamo di dare una
spiegazione a qualcosa che non doveva esistere.




Li chiamammo “gli antichi” perché di certo erano lì da molto
tempo.




All’ alba fummo svegliati da Smith : “ In piedi signori
abbiamo una missione da compiere”.




“Sissignore!”




“Ascoltate … so benissimo che questa scoperta farà storia e
so benissimo non vi è nulla di normale in loro … ma in questa caverna
probabilmente ci sono sedici uomini in fin di vita e noi dobbiamo trovarli!”




“Sissignore!”




Lasciammo Philips e Josh a guardia dell’ accampamento e
iniziammo ad esplorare; la caverna si diramava in decine di tunnel , gran parte
di essi finivano dopo pochi passi mentre tutti gli altri sembravano condurre in
un'unica direzione; decidemmo di seguire uno dei tunnel che stranamente era più
illuminato degli altri, a tratti si potevano intravedere sulle pareti altri “Antichi”
sepolti nel ghiaccio.




Camminammo per ore, all’ improvviso vidi la luce dell’
esterno.




“Signore guardi!”




“Un uscita? J passami il rampino”




“Sissignore”.




Smith lanciò il rampino finchè non trovò un appiglio.




“Ok dietro di me”




“Sissignore”




Iniziammo la scalata della parete che ci separava da quel
buco nella terra, sinceramente non so perché Smith decise di scalarla .. era
come attratto da qualcosa.




“Ok ci siamo quasi”.




Smith fu il primo ad uscire ed ancora una volta non gli
mancò il fiato.




“ Woah, questa la dovete proprio vedere”.




Ci porse la mano e ci aiutò a salire e ancora una volta fui
sconvolto ma non di paura .. ma di meraviglia.




“Incredibile!”




Delle rovine … di un antica città, incredibile … si ero
meravigliato … eccome se lo ero … ma la meraviglia finì presto.




“Signore guardi là!”




“Che cosè?”




Un liquido, paragonabile al sangue e di fianco resti di “Antichi”
ricoperti di ferite.




“Sangue? Che siano stati quelli della squadra dispersa?”




“Per quale motivo avrebbero dovuto scongelarli e trucidarli?”




“Difesa?”




“Difesa dai morti?!”




“E se non fossero mai morti?” Quella frase mi uscì dal
recinto dei denti, spontaneamente, in quel momento pensavo di essere l’ unico
in grado di ragionare.




“E se ci trovassimo davanti a una civiltà ancora vivente?
Vissuta in quest’ inferno di ghiaccio nascosta da tutto e tutti!”




“Howard calmati”.




“No signore! NON MI
CALMO”




“Howard….”




“COME POTETE RESTARE CALMI? GUARDATEVI ATTORNO!”




“Howard!”




“VI PARE NORMALE? CREATURE IMMONDE RINCHIUSE NEL GHIACCIO E
UNA CITT…”




Fui interrotto da un suono improvviso e devastante, persino
la terra tremò.




“Che diav?”




“Veniva da Est”




“La caverna?”




Ci calammo di nuovo nel tunnel ma era crollato.




“Kane contatta via radio J e Philips”




“Sissignore”




“Josh, Philips mi sentite?”




Nessuna risposta.




“Josh, Philips va tutto bene laggiù?”




“Ka..ne…lor…o”




“Josh! JOSH! Josh mi senti!?”




“L..or..o”




“Josh!”




“Aza..thoth”




Quell’ ultima parola mi gelò il sangue e quella fu l’ ultima
parola che sentii pronunciare da Josh.




“JOSH! PHILIPS!”




“Non rispondono Kane, non sprechiamo le batterie”.




“Azathoth” non riuscivo a togliermi dalla testa quella
parola “Azathoth…”




“Chiaramente da qui non possiamo andarcene, torniamo su e
cerchiamo un modo di tornare indietro”.




Scalammo di nuovo la parete e di nuovo ci trovammo in quella
città circondati dai cadaveri degli “Antichi”…. Azathoth.




Esplorammo la città, le strutture erano immense : come poteva
un essere umano creare qualcosa di così grande? Che siano stati gli “Antichi”? Azathoth?




La città aveva una struttura ellittica e su ogni parete vi
erano dei geroglifici : rappresentavano delle creature forse gli “Antichi”, li
mostrava insieme ad altre creature a loro simili ed insieme a una creatura

enorme che fuoriusciva dal mare ma in alto sempre vi era una che spiccava tra
le altre, una sorta di melma tentacolare che si diramava in mille protuberanze
le quali indicavano in svariate
direzioni; ovunque puntasse c’ era qualcosa e in un certo punto vi era un uomo.




“Azathoth…”




Cercammo di proseguire verso est ma ovunque andassimo non si
vedeva una via d’ uscita.




“Signore e se provassimo a scalare la parete?”




“Troppo alta… non abbiamo abbastanza corda”.




“Aspettate … quel tunnel … e se ce ne fossero altri?
Ricordate nella caverna? Vi erano molti tunnel”.




“Giusto Howard .. dividiamoci, prendete un razzo di
segnalazione, se uno lo lancia gli altri due lo raggiungono”.




“Sissignore”.




“Io andrò verso est, Kane dirigiti verso ovest e tu Howard
prosegui verso il centro della città verso quell’ obelisco”.




“Sissignore”




“Buona fortuna ragazzi”.




Camminai verso l’ obelisco posto al centro della città
tenendo gli occhi fissi sul terreno sperando di trovare un qualche buco ma
vedevo solo cadaveri di “Antichi”.




Camminai e camminai finchè giunsi in un grande spazio vuoto
e davanti a me l’ obelisco spiccava verso l’ alto coprendo persino il sole.




Mi avvicinai e vidi ancora gli stessi geroglifici ma stavolta
sotto di essi delle scritte, inizialmente non riuscivo a comprenderle ma poi
all’ improvviso le capivo … : Azathoth .. il caos primitivo.. il demone sultano
… creò l’ universo e creò gli dei, AZATHOTH nome
orribile, Azathoth supremo creatore di tutto cio che è.




Abbassai lo sguardo e vidi
un altro geroglifico … vidi ciò che supposi essere Azathoth e intorno a lui gli

“Antichi” danzavano e urlavano il suo nome.




Scoppiai a ridere preso da
un senso di follia isterica mi voltai e vidi due razzi di segnalazione … risi

ancora più forte … per terra vidi i cadaveri dei sedici sperduti … risi.




Sentii un grido che mi fece
esplodere i timpani e rimasi lì .. fermo a ridere finchè non persi i sensi.





Perché sono vivo? Perché mi
ritrovo di nuovo nella mia casa? PER QUALE MOTIVO?





Perché lo vuole Azathoth
ecco perché … perché lo vogliono gli “Antichi” vogliono che io soffra per aver

disturbato il sonno del loro supremo.




Lascio a voi le mie ultime
parole e spero che voi possiate credermi.





Maledizione è già qui … ha
già mandato i suoi mille sudditi a cercarmi ma non mi avranno non avranno la

mia mente MAI!








“Pensò alle antiche leggende
del Caos Primigenio, al cui centro brancica goffamente, cieco e idiota, il dio
Azathoth, Signore di Tutte le Cose, circondato dalla sue inetta schiera di
danzatori ottusi e amorfi e cullato dal sottile, monotono lamento d'un flauto
demoniaco stretto da mani mostruose". H.P. Lovecraft (1935).

Il grande mago.[/b]


Questo racconto è un
esperimento … ascoltata la musica che ti propongo lettore e leggi ciò che
scrivo senza pensare a ciò che ti circonda … entra nel folle mondo che oggi ti
espongo.





www.youtube.com/watch?v=fBlm3frdvQU




« E su tutto, in questo ripugnante cimitero dell'universo, si ode un
sordo e pazzesco rullìo di tamburi, un sottile e monotono lamento di flauti
blasfemi che giungono da stanze inconcepibili, senza luce, di là dal Tempo; la
detestabile cacofonia al cui ritmo danzano lenti, goffi e assurdi, giganteschi,
tenebrosi ultimi dèi. Le cieche, mute, stolide abominazioni la cui anima è
Nyarlathotep. »





“Venite! Venite lor
signori, venite ed assistete al grande spettacolo di Nyarlathotep il mago
proveniente da terre sconosciute e praticante delle antiche arti occulte!
Venite e meravigliate!”


Così veniva annunziato
il grande spettacolo del celebre mago da poco giunto ad Arkham, tutti furono
invitati e tutti furono lieti di assistere allo spettacolo, ma nessuno era
conscio di ciò che sarebbe successo in quella serata di sfarzo e gioia.


Una situazione idiliaca
che si trasformò in un incubo.


In mille entrammo in
quella maestosa sala decorata e tirata a lucido per l’ occasione ma che
trasudava vecchiaia e oppressione, intorno a noi tavole imbandite di
meravigliose cibarie e davanti ad esse un palco totalmente rivestito di tessuto
nero come la pece, sull’ oscuro palco un orologio a pendolo segnava il
tempo e un piccolo segno rosso era posto
sulla mezzanotte.


I mille invitati banchettarono
e risero ignorando il ticchettio delle lancette che lentamente compievano il
loro percorso verso la linea rossa.


Ad un tratto da dietro l’
orologio apparve un uomo : alto di carnagione scura, indossava un abito elegante di un abbagliante
color rosso sangue il quale si intonava con il suo cappello a cilindro
leggermente inclinato sulla nuca, nelle mani stringeva una scatola nera su cui
era disegnato un grande punto
interrogativo color rosso.


Si avvicinò agli
spettatori distratti e con gran voce disse : “signori e signore! Siete i
benvenuti nella mia sala, prego banchettate e chiacchierate, non sia mai che io
neghi ai miei ospiti la gioia ma vi prego ascoltate le parole di quest’ umile
prestigiatore di terre lontane e vi assicuro che avrete molto di cui parlare in
seguito”.


Il pubblico si girò e
tese l’ orecchie verso il mago e sbarrò gli occhi vedendo il suo stravagante
abito il quale ricordava la maschera della morte rossa.


Io fui l’ ultimo a
girarmi e quando lo vidi dovetti socchiudere più volte gli occhi accecato dal
contrasto dei suoi vestiti sull’ intenso nero del palco.


“Signori … Signore
sapete dirmi qual è la più grande paura dell’ uomo?”


Il pubblico si guardò ma
nessuno tese il braccio verso l’ alto proclamando la risposta all’ ambiguo
quesito fino a che qualcuno non trovò il coraggio.


“La morte?”


“Essere dimenticato!”


“La suocera?”


A quest’ ultima
affermazione in molti risero di gusto e il mago indispettito alzò la mano e
proclamò


“Errato signore dallo
spiccato sarcasmo, la più grande paura dell’ uomo è l’ ignoto … noi temiamo ciò
che non conosciamo e quindi lo evitiamo o lo reputiamo una minaccia, questa
sera io vi propongo un viaggio nell’ ignoto e chi sarà abbastanza coraggioso
potrà sopravvivere”.


Rimasi ammutolito da
quella frase macabra ma intrigante mentre il pubblico meravigliava.


Il mago alzò la scatola
e poi la tese al pubblico e disse : “cosa crediate che ci sia in questa
scatola?”


Il pubblico si protese per
poter vedere da vicino.


“Una suocera!”


Stavolta nessuno rise.


“Nulla!”


“No signori qui dentro
vi è l’ ignoto, qui dentro vi sono le vostre paure più celate”.


www.youtube.com/watch?v=w_J4CJ504LQ


Di scatto il
mago aprì la scatola e da essa vi uscì un corvo che gracchiando spicco il volo
uscendo dalla sala.


Il pubblico
rabbrividì e il mago rise : “ooh signori è solo un corvo …. MAI più … disse il
corvo”.


Il mago si
girò ridendo e poi di nuovo si girò di scatto aprendo la scatola ma da essa uscirono
coriandoli


“Incredibile
nevvero? Quante cose può nascondere questa scatola del mistero. Ma osservate da
vicino e ditemi cosa vedete ora al suo interno”.


Il pubblico
si protese verso il palco e così feci io e nella scatola vidi due occhi gialli
che mi guardavano con fare curioso, tutti sobbalzammo spaventati e dalla
scatola uscirono due mani verdi, si aggrapparono ai bordi della scatola ,
spinsero e uscì una testa se così poteva essere definita.


“Il pubblico
gridò ed indietreggiò”


Il mago rise
di gusto mentre la creaturina verde ci guardava inespressiva con i suoi occhi
gialli.


“Trattasi di
una lucertola signori … calmatevi è solo un’ illusione”.


Tutti
tirarono un sospiro di sollievo e di nuovo il mago si voltò.


Il pubblico
applaudì e chiese un altro prodigio.


Il mago si
girò e alzò la scatola verso il soffitto : “e ora strabiliate!”


www.youtube.com/watch?v=hywOY9BS9tQ


Dalla scatola
misteriosa uscirono uccelli variopinti, colori di ogni genere, arcobaleni e
balocchi seguiti da serpenti e coriandoli, un unione meravigliosa di colori che
si riversava sul tessuto nero del palco e poi ne uscirono creature ignote
dotate di lunghi tentacoli e dieci occhi a testa seguiti da altre creature che
suonavano il flauto o la cetra ma tutti
sparivano toccando il palco.


Il pubblico
meravigliava e non poteva distogliere lo sguardo in nessun modo, nessuno temeva
le creature ignote, tutti erano ipnotizzati da cotanta fantasia di colori.


Il mago
chiuse la scatola e smise di ridere : “vedete? Non avete avuto paura dell’
ignoto e ne siete rimasti affascinati, vedo i vostri volti meravigliati e mi
compiaccio … quanti prodigi ancora vorrei mostrarvi ma presto sarà mezzanotte e
dobbiamo accelerare il passo”.


Il mago pose
sul pavimento la scatola, si inchinò e alzo lo sguardo verso il pubblico : “signori
… che cosa è per voi la follia? Un sentimento? La perdita della ragione?”


“ E se vi
dicessi che la follia in realtà è fantasia? La follia …. molti la reputano una malattia .. io la reputo
come la volontà della nostra mente di riposare e di lasciare spazio alla
fantasia”


Il mago si
alzò di nuovo e indicò l’ orologio che segnava 20 minuti a mezzanotte.


“Presto lor
signori … presto voi sarete tutti pazzi ma ricordate … voi siete sognatori”.


Il pubblico
sempre affascinato ascoltava le parole del mago ma io fui preso da un brivido
di terrore e per un attimo ebbi l’ impulso di svegliarmi.


“Per alcune
religioni .. la follia è ciò che ha creato l’ universo ed esistono dei che si
nutrono di questa follia … la follia del genere umano, ma non la fantasia … la
follia che ci spinge verso l’ autodistruzione”.


L’ orologio
avanzò più velocemente e ogni secondo segnava 5 minuti in più finchè non
rintoccò la mezzanotte.


“Lo
spettacolo finisce qui ….”


Il pubblico
rattristì e si diresse verso l’ uscita, io rimasi immobile a fissare il mago e
ad un tratto il mago implose e da esso fuoriuscì un incubo strisciante (SIATE
FOLLI), urlai con tutto il fiato che avevo in corpo urlai, il pubblico si girò
e (SIATE FOLLI) rise fragorosamente
mentre veniva divorato da quella creatura rossa e nera ricoperta di
tentacoli e occhi che avanzava lentamente (SVEGLIATI), dalle mura uscirono
protuberanze di carne informi che presero il pubblico che sprizzava allegria da
tutti i pori e nella sala non ci fu altro che un lampante color rosso.


SVEGLIATI


Dopo il rosso
vidi solo bianco e poi la luce, mi svegliai sudato e terrorizzato e finalmente
posi fine a quello straziante incubo.


“Sento i
sussurri nel buio … Nyarlathotep.”





Siate folli
lettori liberate la vostra fantasia ma controllatela ammirate uno spettacolo di
magia ma svegliatevi quand’ esso diverrà una ballata della morte rossa e sempre
tendete l’ orecchio verso il buio e forse udirete i sussurri del grande mago
che invita alla follia.

commentate sulla sezione apposità!
 
Web Contacts  Top
0 replies since 6/12/2012, 23:18   58 views
  Share