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Yogsothtoth

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view post Posted on 6/12/2012, 23:17
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Hoster del TeamSpeak3

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Dall'oscurità

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« Era un Tutto-in-Uno e un Uno-in-Tutto di
illimitato essere e sé — non solamente un essere di uno Spazio-Tempo, ma
connesso all'essenza ultima ed animante dell'intera ed illimitata curva
dell'esistenza — la curva finale e completa che non ha confini e che si estende
allo stesso modo verso sognatori e matematici. Era forse quello che certi culti
segreti della terra avevano sussurrato come YOG-SOTHOTH, e che era stata una
divinità sotto altri nomi; ciò che i crostacei di Yuggoth adorano come l'Altrove, e che i cervelli eterei delle galassie a
spirale conoscono attraverso un Simbolo intraducibile... »





“Parlami di questo….sogno Charles”


“Bhe è la terza volta di fila che quell’ incubo mi
perseguita rendendo le mie notti insonni … ogni volta cambia ma … il messaggio
è sempre lo stesso… e anche le parole..”


“Non avere paura Charles”


“Questa volta mi trovavo in un corridoio privo di luci, ma
per qualche motivo riuscivo a vedere nel buio …. mi guardo attorno … poi inizio
a correre verso una porta che vedo in lontananza”.


“Mmmh che cosa c’è oltre la porta”


“…. Qualcosa … qualcosa che mi guarda nel buio … cerco di
raggiungere la porta ma essa si allontana sempre più .. poi mi giro e vedo che
i muri si stanno avvicinando e allora inizia il vero incubo ..”


“Le voci?”


“ ..Sì..”


“Che cosa ti dicono Charles?”


“… Sento risate isteriche … parole a me incomprensibili e
poi improvvisamente : silenzio …. e nel
silenzio un tentacolo esce dalla porta, mi tocca, e mi sussurra : io sono il
guardiano della soglia …… Arkham; lo ripete molte volte, poi le mura si
avvicinano sempre più e sento orribili stridii … e poi …”


“E poi?”


“Il .. il mio corpo viene schiacciato dai muri … poi mi
sveglio sudato e con un forte dolore alla tempia”.


“ Mmh .. permettimi una domanda, hai una fidanzata ?”


“No”


“Capisco …la porta … potrebbe essere un obbiettivo che tu
inconsciamente vuoi raggiungere … tu studi Charles?”


“Studio medicina”.


“Capisco .. e gli studi proseguono bene? Senza intoppi?”


“Bhe no … ho qualche difficoltà ma voglio assolutamente laurearmi
..”


“Mh probabilmente questo sogno è solo la manifestazione
della sua volontà di raggiungere un obbiettivo che le pare sempre più lontano
…”


“ E.. e le voci?”


“Frasi sentite in qualche libro o giornale che vengono
utilizzate dal suo subconscio per comunicare …
ti consiglio di prenderti una pausa e rilassarti”.


“.. Capisco .. io ..”


“Oh scusami l’ ora è terminata”.


“Ah certamente … bhe grazie mille e .. arrivederci”.


“Arrivederci Charles ti auguro una buona nottata .. se il
cielo gliela manda buona”.


Charles Ashton era un ragazzo di 24 anni, molto semplice e
puro, era molto dedito allo studio e volenteroso di diventare medico come suo
padre.

Charles non credeva in nessuna religione ed era molto attaccato al
materialismo, charles non era impaurito dall’ occulto ma i sogni che lo
perseguitavano gli stavano facendo cambiare idea.


“Mammaaa sono a
casaa!”


“Ciao tesoro com’è andata? Come stai?”


“Sostiene che dovrei prendermi una pausa dagli studi … io”


“Oh cielo se è tutto
qui .. chiamo subito la nonna sono sicura che..”


“No mamma aspetta …”


“Cosa? Se il medico dice così devi ubbidire!”


“Ma non posso assentarmi così!”


“Sh sh sh tranquillo! Diremo al papà che si tratta di un
viaggio di studio, ti rilasserai e quando sarai tornato potrai riprendere gli
studi a pieno ritmo”


“Ma io ..”


“Niente MA”


“Va bene mamma ….”


Il giova Charles salutò con un sorriso represso la madre e
si diresse in camera sua, chiuse la porta a chiave e si sdraiò sul letto.


Charles si perse nei suoi pensieri osservando la camera in
disordine tappezzata di libri, Charles era un ragazzo amante della cultura,
nessuno lo può negare; il ragazzo si lasciò avvolgere da pensieri felici … lo
faceva sempre quando era stressato : si sdraiava su quel morbido letto,
ascoltava musica e pensava a un futuro felice, la sua forza era il suo
ottimismo.


Prese un mp3 dal comodino e ascoltò la sua canzone preferita
: un pezzo metal della band chiamata Skillet, la canzone era Monster; Charles
si immedesimava in quella canzone perché racchiudeva tutti i suoi desideri
repressi dal padre che gli impose di diventare un medico e per quanto Charles
dicesse di voler diventare medico, egli aveva altre ambizioni che reputava
sbagliate e le teneva in gabbia come una bestia feroce e oscura.


“The secret
side of me, i never let you see, I keep it caged but I can’t control it..” Charles
cantava in silenzio muovendo la testa a ritmo.


“it’s
scratchin on the walls, in the closet in the halls, it comes awake and I can’t
control it”


Il volume della musica si fece più alto, Charles prese l’
mp3 e abbassò il volume, ma esso si fece ancora più forte.


“hidin
under the bed, in my body in my head”


Il volume si fece ancora più forte, Charles si tolse gli
auricolari ma ancora la musica rimbombava nei suoi timpani.


“WHY WON’T
SOMEBODY COME AND SAVE ME FROM THIS – MAKE IT END!”


Il volume si fece insopportabile, Charles urlò e si tappò le
orecchie con le mani … tutto inutile.


“I HATE
WHAT I’VE BECOME, THE NIGHTMARE’S JUST BEGUN…. I FEEL LIKE A MONSTER”


Le ultime parole si ripeterono molte volte e poi fu silenzio
e nel silenzio all’ orecchio di Charles arrive un sussurro dolce ma inquietante
come la ninna nanna di un pazzo.


“Smettila di fingere … lasciati andare … ARKHAM!”


Charles aprì improvvisamente gli occhi, era ancora sdraiato
sul letto con gli auricolari e la musica a un volume tollerabile.


“it’s hidin
in the dark it’s teeth are razor sharp, there’s no escape for me it wants my
soul .. it wants my heart”.


Charles si alzò di scatto gettò via l’ mp3 e si fiondò sulla
sua sedia girevole posta davanti alla scrivania, accese il suo computer
portatile e cercò “Arkham” grazie ad un motore di ricerca.


Charles era un ragazzo pratico di tecnologia nessuno lo può
negare.


Charles cercò sul web e poi trovò un sito che attirò la sua
attenzione, esso pubblicizzava un manicomio … il manicomio Arkham.


“I must
confess i feel like a monster”


Charles afferrò il telefono e cercò nella lista dei contatti
il numero del suo migliore amico : Paul Orton


“Avanti rispondi .. su!”


“Pronto?”


“Paul, ciao sono Charles”.


“Amiicoo come te la passi?”


“Tutto bene , grazie … ascolta devo chiederti un grosso favore”.


“Dimmi tutto amico”.


“Lo psicologo ha detto che dovrei prendermi una pausa dagli
studi … mia madre vorrebbe mandarmi dalla nonnina ma….”


“Non serve altro .. dimmi solo quando si parte!”


“Ti adoro, puoi passare qui domani verso le mezzogiorno?”


“Certo, posso sapere dove si va?”


“Ehm … ecco ..”


“Amico .. mi stai prendendo per i fondelli?”


“No senti … ti prego niente domande fidati di me”.


“Hey va tutto bene?”


“Ti prego .. fidati ..”


“Ok … ok va bene”


“Grazie … grazie mille”


Charles appese e si lasciò andare a un sospiro di sollievo,
riprese tra le mani il computer e trascrisse su un foglio l’ ubicazione del
manicomio.


Quella sera Charles disse alla madre che il giorno dopo
sarebbe andato al mare con l’ amico Paul, preparò un piccolo bagaglio, quella
notte Charles dormì beatamente.


A mezzogiorno in punto Charles udì un clacson fuori dalla
porta di casa, abbracciò la madre, strinse la mano al padre e si precipitò all’
esterno, salutò con un cenno l’ amico e saltò sull’ auto.


Charles indicò all’ amico le coordinate del manicomio e gli
raccontò dei suoi incubi e ciò che era successo il giorno prima, Paul ascoltò
molto attentamente e per qualche secondo a Charles parse di parlare con uno
psicologo.


Dopo due ore di viaggio in auto, in lontananza apparì una
grossa struttura in lontananza e subito Charles la riconobbe con un brivido
lungo la schiena.

“Ci siamo”


“Un manicomio ? UN MANICOMIO?”


“Paul ti prego .. niente domande”


“UN MANICOMIO!”


“Paul … ti prego..”


“Bha”


Paul giudò l’ auto attorno alla struttura, aveva una
struttura rettangolare posta davanti a un grande giardino, dietro alla grande
struttura principale vi erano altri due blocchi i quali avevano un aspetto più
trasandato, davanti ad essi vi era una piccola chiesa da cui uscivano uomini e
donne vestiti di bianco.


Paul guidò l’ auto nella zona che fungeva da parcheggio,
posteggiò e scese dall’ auto guardando la struttura terrorizzato, Charles
invece aveva un aria tranquilla e sicura come se sapesse di dover andare in
quel luogo come se qualcuno lo chiamasse.


I due attraversarono il giardino perseguitati dagli sguardi
dei pazienti, si diressero all’ ingresso principale del manicomio, era molto
grande riportava la seguente scritta : “Il guardiano ci osserva”.


I ragazzi furono fermati da un infermiera che fece chiamare
l’ addetto alla sicurezza.


“Scusate ragazzi ma non potete entrare così come vi pare”


“No .. noi dobbiamo visitare un parente”


“Ah si? Prego mi dica il nome”


“Bhe ecco … ehm”


“Qui si lavora ragazzini vedete di sloggiare”


“La prego noi dobbiamo entrare …”


“Ho detto : smammate!”


Alle spalle del capo della sicurezza apparve un uomo molto
affascinante, alto snello, con un taglio di capelli curatissimo e nero, aveva
gli occhi azzurri e un viso privo d’ imperfezioni, indossava un paio di jeans e
una maglietta su cui era scritto ironicamente : “obey”


“Che succede qui?”


“Questi due marmocchi vorrebbero entrare”


“E per quale motivo se mi è leci … aspetta un momento …
Ashton?”


“Ehm si signore”


“Non ci posso credere .. AHAH sei il figlio di Josh?”


“Si in carne ed ossa”


“Avanti entrate ! Entrate!” disse scostando il grosso uomo
addetto alla sicurezza.


“Ehm grazie mille”


I due ragazzi furono condotti lungo i corridoi nell’ ufficio
del misterioso uomo che poi si rivelò essere il direttore della struttura.


“Allora figliolo come ti chiami?”


“Charles signore Charles Ashton”


“E dimmi .. oh scusa che maleducato” disse voltandosi verso
paul.


“Tu sei?”


“Paul Orton signore”


“Piacere mio Paul, io sono Frank”


Strinse la mano ad entrambi e poi si voltò nuovamente verso Charles.


“Dimmi Charles come sta tuo padre?”


“Bhe bene direi il lavoro prosegue e probabilmente verrà
nominato capo chirurgo”


“Complimenti davvero complimenti! Grand’ uomo tuo padre”


“Come … come mai lo conosce?”


“Ma come non ti ha mai parlato di me?”


“No purtroppo”


“AhAh quel mascalzone … abbiamo studiato medicina insieme
aaah bei tempi … poi abbiamo scelto strade diverse come avrai capito …. ma
dimmi … perché sei qui? Non avrai avuto una ricaduta spero”.


“Prego?”


“Si insomma .. per quanto sia un piacere rivederti spero si
tratti di pura cortesia..”


“Ma io non sono mai stato qui prima d’ora”.


“Oh .. Ah! Bha non ascoltarmi ormai sento il peso degli anni
… starò di sicuro confondendomi”


Charles degluttì.


“Bhe allora cosa ti conduce qui?”


Charles non sapeva come mentire e preso dal panico disse :


“Ho deciso di studiare psicologia e ho pensato che un
soggiorno qui avrebbe aiutato”.


“Ah! Non dire altro sarai sempre il benvenuto qui! Il tuo
amico si ferma?”


“Ehm no veramente io dovrei andare, dovevo solo accompagnarlo”.


“Capisco, bhe Charles ti faccio vedere le stanze allora”.


Charles seguì il direttore verso le stanze e salutò Paul con
un amichevole abbraccio, si sentiva stanco e chiese qualche minuto per
sistemare i bagagli.


Charles fece un breve pisolino e poi fu guidato da Frank in
un piccolo tour del manicomio che si concluse in una stanza chiamata :
“ludoteca”


In essa i pazienti più giovani potevano giocare in essa i detenuti cantavano un inquietante
ritornello che perseguitò Charles per il resto della giornata : “Ring around
the rosees pocket full of posies .. achee achees”


A fine giornata Charles fu invitato a cenare nell’ ufficio
di Frank Miller (il direttore) comunemente detto : “il dittatore” chissà per
quale motivo Charles conosceva quell’ epiteto.


Charles passò due giorni nel manicomio non sapeva perché ma
sentiva di doverlo fare e al terzo giorno fece nuovamente quel terribile incubo
che lo perseguitava.


“Arkham … smettila di fingere … Arkham FOLLE”


“FOLLE”


“Basta smettela!”


“TU SEI PAZZO!”


“PAZZO”


“Smettetela!”


“PAAZZOOOOO”






“AMMETTILO CHARLES!”


“Nooo!”


“i .. i
feel like a monster”


Charles si svegliò sudato e con una forte emicrania ma non
era nella sua stanza .. era in un corridoio e davanti a lui vi era una porta.


“Frank.. Fraaank”


Dalla porta uscì frank seguito da Paul e da suo padre.


“Papà? Paul?”


“Charles … perché sei di nuovo uscito dalla tua stanza?”


“Cosa?”


“Avanti torna dentro”


I tre presero Charles e lo spintonarono nella stanza dietro
alla porta scura.


“No .. vi prego .. NO!”


“Avanti Charles”


“NOOO”


Charles fu spinto dentro e poi fu solo buio e silenzio.


“NOOO”


Dal buio trapelò una massa di luce formata da tentacoli e
ramificazioni di ogni sorta .. un qualcosa che non può essere descritto.

“NOOO”


« Yog-Sothoth conosce la porta. Yog-Sothoth è
la porta. Yog-Sothoth è la chiave e il guardiano della porta. Passato, presente
e futuro coesistono in Yog-Sothoth. Egli sa dove gli Antichi irruppero in tempi
remoti, e dove irromperanno un’altra volta. Egli sa dove essi hanno calcato i
tempi della Terra e dove ancora li calcheranno, e perché nessuno può
contemplarli mentre camminano… »


“Lasciati andare CHARLES!”


“NO! VI PREGO NO!”


“LASCIATI ANDARE!”


“i, i feel like a monster ..
deep inside me”


…………………………….


“Charles … parlami del tuo
sogno”


“ah ah ah AHA AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH”


Y'AI'NG'NGAH


YOG-SOTHOTH


H'EE-L'GEB


F'AI TRHODOG


UAAAAH


AH AH HAHAHAHAHHAHAHHA!





Charles si svegliò ancora
questa volta in una stanza bianca come fatta di cuscini, cercò di alzarsi ma
aveva le braccia bloccate .. bloccate da una camicia di forza …. Charles
scoppiò in una risata isterica e ricordò tutto ciò che aveva passato come uno stupido
sogno ormai finito, una finzione come quando si sdraiava e pensava a un futuro
più roseo … per lui non vi era che yog sothoth nel suo futuro.
 
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0 replies since 6/12/2012, 23:17   46 views
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