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Sherlock Holm...(Coff...Coff)Holmsword, No trailer

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view post Posted on 29/11/2012, 22:18
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Hoster del TeamSpeak3

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Dall'oscurità

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Holven e Watsword: gioco di mano, gioco da villano!
Mentre cercavo di studiare (inutilmente) mi è venuta questa idea: se i personaggi dei romanzi polizieschi di Doyle vivessero su Elios, come si comporterebbero? Quindi ho scritto di getto questa prima parte della storia, sperando possa piacere a tutti
Accetto critiche costruttive, suggerimenti e proposte di qualunque genere



Prologo

Era una notte buia e tempestosa...

Ma in ogni caso questo racconto inizia nel sotterraneo villaggio Altera, quindi nessuno sospettava che quella che sembrava una un'ora come tante altre, desse inizio al più terribile mistero della storia dei Pongo.
Nonostante mancasse poco a mezzanotte, la bottega dell'alchimista Amon aveva ancora le luci accese; al suo interno, il giovane Pongo si stava preparando un dessert Bingsu (per rinfrancarsi dopo la lunga giornata diceva, anche se in realtà ne mangiava almeno 5 al giorno, con gravi dolori di stomaco).

A un tratto qualcuno bussò alla porta:
-Si? Chi è? Sei tu Aron?- Nessuna risposta.
“Quel vecchio ubriacone avrà di nuovo esagarato con gli smoothie scottanti!” pensò tra se, vergognandosene subito dopo: era un Pongo educato nelle parole, nei fatti e persino nei pensieri, lui.
-Allora, di cosa hai bisogno?- disse aprendo la porta.
-Ah sei tu.. che vuoi? Sei venuto a scusarti per il tuo comportamento spero..-
-...- il visitatore rimase immobile e silenzioso.
-Ehi mi senti?? Be se sei qui solo per guardarmi in cagnesco ti saluto: ho da fare io!- e fece per chiudere la porta, voltandosi.
In un attimo l'altro gli fu subito addosso e prima che Amon potesse urlare di terrore....




Nello stesso momento, in una piccola casa a Besma, un ragazzino dall'aria impertinente e dai capelli rossi guardava annoiato la pioggia cadere nella notte.
-Che noia queste notti buie e tempestose! Non si può mai uscire a fare due passi!- disse scocciato.
-Mio caro Watsword, perchè non si mette a fare qualcosa di costruttivo, come studiare, al posto di perdere tempo in quel modo? Così magari la prossima volta che si presenterà un mistero degno di questo nome, potrà contribuire anche
lei alla sua soluzione!-
Chi aveva parlato era un giovane uomo di circa vent'anni, seduto su una poltrona e impegnato nella lettura di un giornale; forse non così impegnato in realtà, dato che lo stava tenendo al contrario, ma si sa i “geni” o i presunti tali
hanno sempre la testa tra le nuvole.
-Proprio lei parla! La smetta di considerarsi un detective!-
-Io sono un detective!- Sull'argomento Holven era categorico.
-Ma se il suo unico intervento è stato arrestare Benders perchè stava aprendo una cassetta robusta d'acciaio!-
-Per sua informazione, la stava SCASSINANDO, utilizzando un set di grimaldelli!-
-Ha fatto arrestare persino Helen!- insistè l'altro.
-Quella donna è sempre stata la più sospetta di tutti! Non solo vende attrezzi da scasso, incoraggiando a delinquere, ma compra ogni tipo di vestito armatura e arma! Ora mi risponda lei Watsword: dove li trova i soldi per pagare tutte 'ste cose? Glielo dico io: quella donna fa ricettazione! RI-CET-TA-ZIO-NE! E' la sola spiegazione logica, e grazie al mio intervento ora la giustizia farà finalmente il suo corso!- concluse soddisfatto.
-Se lo dice lei.. Mi chiedo perchè discuto ancora... In ogni caso io vado a letto, sperando che domani abbia smesso di piovere uff!-
-Io resto alzato ancora un poco invece: il giornale fa un resoconto dettagliato della mia impresa. E lei che la giudicava poco importante! Ne parlano ancora adesso!-
-Quel giornale è di otto giorni fa, Holven.. Vabbè buonanotte!- esclamò Watsword uscendo dalla stanza.


-Otto giorni fa? Ah è vero.. - disse tra se e se Holven capovolgendo il giornale.


Capitolo 1


La mattina seguente Holven, addormentatosi circa cinque minuti dopo il suo battibecco con Watsword della sera prima, si svegliò di soprassalto sentendo dei colpi potenti dalla porta.
-Maledizione a questi testimoni di El! Scocciano sempre nelle ore meno opportune!-
Aprendo la porta adirato, esclamò:
-LA VOLETE PIANTARE DI.. ah oh è lei carissima Linn.-
-Holven!! Busso da mezz'ora e ti permetti anche di essere arrabbiato?? Sono io quella arrabbiata! Dato che non paghi l'affitto da tempi immemori dovresti almeno scattare a aprirmi la porta solo sentendomi arrivare! E ora fammi entrare- urlò, anche se in realtà aveva già spintonato il pover'uomo di lato per passare, mandandolo contro un cactus.
“Aia aia aia oio ahia oia” Holven non era tipo da pensieri brillanti in risposta al dolore.
-Veniamo subito al dunque.. Hai letto il giornale?- Linn si era già seduta nella poltrona occupata fino a poco prima dal giovane detective.
-Aia ohia uhia..- togliendosi le spine.
-Holven!!-
-Aia.. Cioè sì sissignora! Modestamente quel caso è stato uno dei miei maggiori successi!-
-Semmai l'unico.. in ogni caso intendevo il giornale di oggi.. questo qui- disse seria porgendogli un quotidiano fresco di stampa.
Holven scorse rapidamente l'articolo: si vantava di avere una prodigiosa memoria fotografica, che gli era servita tra l'altro a diventare campione continentale di Memory e in moltissime altre situazioni ugualmente utili.
-Omicidio a Altera: Amon l'alchimista.. bla bla bla.. Noi Pongo siamo i migliori, e non scherzo bla bla bla.. Puoi punire i Nasod.. Nessuno può entrare nel tempio..-
-Holven quello è l'articolo successivo non farmi perdere tempo.. - sbuffò Linn.
-Ah già è vero.. be dunque c'è stato un omicidio.. E cosa vuoi che faccia?- dimenticandosi di essere un investigatore.
-Aron, il capovillaggio di Altera, mi ha chiesto di mandare il mio detective migliore per aiutarlo nelle indagini.-
-E quindi hai pensato a me? Naturale modestamente io..- la interruppe Holven.
-E dato che il Re Armadillo, Berauk, Robo N9 e il mio criceto sono impegnati, ho pensato a te.- concluse lei.
-Ah..-
-Quindi su vai a Altera e non tornare finchè non avrai risolto il mistero!- lo esortò Linn alzandosi e avviandosi verso l'uscita.
-Ma veramente io..-
-Buon lavoro! Cerca di non fare come al solito!- e se ne andò sbattendo la porta.


-Ma dimmi te..-
Holven aveva l'abitudine di parlare da solo- Watsword! Si svegli abbiamo un incarico!
Wuuuuuuuuuuuuuuuuuutttttttttsuoooooooooooorddddddd!!!!- iniziò a urlare, anche se nel frattempo era arrivato in camera dell'amico e si era portato a due centimetri dal suo orecchio.
Ripresosi dal piccolo infarto, Watsword trovò la lucidità sufficiente per dire:
-Ccoshaaah?-
-Avanti si vesta che andiamo a Altera! Un Pongo è stato assassinato e noi dobbiamo indagare!-
-Sarà stato Didò..- disse il ragazzo rimettendosi a dormire.
A quel punto Holven pensò bene di rovesciare il letto del ragazzo sfruttando la forza del suo braccio meccanico: infatti gli mancava l'arto superiore sinistro, che era stato rimpiazzato con quella grossa protesi metallica; Watsword aveva provato a chiedergli cosa gli fosse successo, dato che quando si erano conosciuti lo aveva già, ma aveva sempre ricevuto risposte molto evasive, strane considerato il carattere del detective.
-Andiamo! La aspetto nell'altra stanza!- disse Holven perentorio.
-Ma oggi ho la mia lezione di Gangnam Style!-
-La rimanderà! Il caso ha la precendenza su tutto!- e prendendo due o tre vestiti alla rinfusa trascinò Watsword in strada.
-Avanti! Verso Altera!- urlò il detective, scatenando qualche latrato e un paio di miagolii nel quartiere.


Capitolo 2

-Ecco lo sapevo che ci saremmo persi! Non volevo nemmeno accettare questo caso! Ho pure un pessimo rapporto con gli alchimisti!- piagnucolò Holven con fare poco professionale.
-Ma se è stato lei a trascinarmi fin qui! Se non è entusiasmo questo.. E poi scusi cos'è sta storia degli alchimisti?- puntualizzò Watsword.
-Oh be risale a quando tentai di usare Lama Cannone per sciogliere una statua di ghiaccio.. Gli scioglistatue costano troppo.. Ma non perdiamo tempo! Entriamo lì a chiedere indicazioni!- esclamò facendo finta di nulla ma con ritrovata energia.

Erano arrivati al villaggio Altera da pochi minuti, ma confusi dal dedalo di gallerie, viuzze e cunicoli, si erano già persi senza riuscire a trovare Aron, che li stava aspettando.
Giunsero quindi davanti a una modesta bottega nella parte bassa della città (o nella parte più profonda che dir si voglia).
-Mi scusi buon “uomo”..- cominciò Holven, ma fu interrotto da un -AAAAAHH! Sei tu!!!- e da un essere bianco dall'aria aggressiva che gli si parò davanti agitando un piccone.
-Si calmi! Si può sapere che le prende??? - esclamò sbigottito l'investigatore.
-Hai anche il coraggio di chiederlo! Maledetto bandito come osi mostrare il tuo brutto muso dopo quello che hai combinato qui intorno!!- urlò tutto d'un fiato il Pongo; Watsword non riuscì a identificare un tratto peculiare della figura che aveva davanti (Gli sembravano tutti uguali quei pelouche parlanti) ma pensò che dovesse avere davvero un
diavolo per capello in quel momento.. O per pelo.
-Sicuramente mi sta confondendo con un altro..- cominciò Holven, mentre il suo compagno di viaggio iniziava a notare i vari fogli appesi per il negozio, dove tra i vari progetti meccanici spuntavano dei manifesti con la scritta “WANTED” e il volto di Holven.
Prendendone uno, il Pongo di nome Agda sibilò: -Vuoi anche farmi credere che quest'uomo, il pericolosissimo capo della Banda dei Corvi, non sei tu??? Mi hai forse preso per un idiota?-
-Sì... Cioè no! No no no come le viene in mente, ma le posso assicurare che quello non sono io, ci mancherebbe.. Ho avuto dei guai con la giustizia in passato, ma è stato tempo fa..-
-Ma se l'ultimo attacco è avvenuto tre mesi fa!!-
-Eh non ho detto quanto tempo fa.. Oh! Mi chiamano! Chiedo scusa – e indietreggiando fino all'uscita urlò fuori: -Arrivo! Eccomi!- e scappò via.
“Certo che avrebbe potuto trovare un modo più brillante per uscirne..” pensò Watsword mentre guardava Agda che, infuriato, rimaneva sull'uscio della bottega cercando di individuare il fuggitivo e sbraitando maledizioni in “ponghese”.
Sembrava strano che il giovane non si scandalizzasse del passato criminoso di Holven, ma tra di loro vi era la regola di interessarsi il meno possibile della vita dell'altro e, a eccezione della domanda sul braccio meccanico, Watsword l'aveva sempre rispettata: era stato lui stesso a proporla poco più si un mese prima, il giorno in cui conobbe Holven e decisero di abitare insieme a Besma; temeva infatti che il suo coinquilino, sebbene a suo dire poco dotato come investigatore,
potesse scoprire qualcosa sul suo passato e creargli qualche problema.
Watsword era comunque per indole un tipo che prendeva tutto alla leggera e che si distraeva molto facilmente, spinto dal suo grande spirito di osservazione e interesse per il mondo: accadde così anche questa volta dato che, lasciando perdere i manifesti, posò gli occhi su un pupazzo meccanico rosso e nero, posato sul grande tavolo da lavoro di Agda.
-Se lo prendo... Ehi tu! Attento è ancora un prototipo!- il fabbro aveva abbandonato la sua ricerca di Holven e era tornato a concentrarsi sul suo giovane visitatore.
-Chiedo scusa.. è un giocattolo?- chiese Watsword.
-Certo! Questo rivoluzionerà il mondo dei giocattoli! Parla e si muove! Basta tirare la cordicella.. Guarda!- e afferrato il pupazzo tirò una piccola corda bianca posta sulla sua schiena.
Subito questo cominciò a roteare le braccia e a camminare in cerchio, gracchiando:
-Chi avrebbe mai immaginato... che avrei perso... qui..-
-Sì certo devo ancora migliorare la lista delle frasi però..- disse Agda, ma Watsword non lo stava più ascoltando, attratto da una versione gigante del pupazzo, posta in un angolo della stanza.
-Bellooooo! Anche questo funziona come l'altro?- e tirò la cordicella sulla schiena prima che il Pongo potesse fermarlo.
Senza dar nemmeno il tempo a Agda di urlare e a Watsword di lasciare la corda, il robot prese vita e inizio a agitarsi come un matto, rovesciando scaffali colmi di aggeggi sferraglianti che caddero a terra in un mare di scintille.
-Guarda cosa hai fatto!!! Maledetti umani!- urlò Agda tentando di trattenere l'androide che a colpi di Cannone Titanico stava facendo a pezzi la bottega.
-Ma io.. non volevo.. non pensavo.. ehm sento Holven che mi chiama! Vado arrivederciiii!- e scappò via esattamente come il suo compagno poco prima.
-Me la pagherete!!!- urlò imbufalito Agda ancora aggrappato al Robocavaliere.

-Lei dev'essere Holven vero? Linn mi aveva avvisato del suo arrivo- un vecchio Pongo che poi si rivelò essere Aron aveva fermato il detective proprio appena si era fermato a prendere fiato dopo la corsa, incuriosito tra l'altro da un piccolo uomo vestito di arancione e giallo, che continuava a roteare aggrappato disperatamente a un gigantesco
ingranaggio di quella strana città, urlando a più non posso:
-Aiu*clang clang clang*tooo!!-
-La incuriosisce quel tipo? E' un sabotatore della Banda dei Corvi – disse Aron- si è introdotto qui per distruggere il nostro sistema di ventilazione, ma è rimasto incastrato lì in mezzo e noi ci guardiamo bene dal salvarlo: odiamo lui e la sua Banda! Ma.. non ci siamo per caso già visti da qualche parte?- chiese mentre Holven strappava dalla vicina bacheca almeno una mezza dozzina di manifesti con il suo ritratto.
-No non mi pare- rispose con fare indifferente, quasi fischiettando per apparire più disinvolto.
-Ah, sarà.. Be dunque lasci che la accompagni sul luogo del delitto.- e detto questo si incamminò con l'altro al seguito.

La scena era molto semplice nella sua agghiacciante crudezza: davanti alla porta socchiusa della casa/bottega di Amon, un telo bianco copriva il corpo del Pongo; nessun segno particolare, se non qualche macchia d'acqua che aveva creato numerose pozzanghere fangose.
-Ummm.. Quante persone sono già state qui?- chiese Holven accovacciandosi, con fare fin troppo professionale, rispetto a quanto gente come Watsword era abituata.
-Persone? Be almeno un paio oltre a me.. C'è Agda, che ha scoperto il corpo stamattina.. vuole che glielo vada a chiamare?-
-No grazie ehm.. ci ho già parlato prima di arrivare da lei; non si preoccupi- di nuovo fischiettando.
-Ah bene.. E poi c'è un altro poliziotto umano, tant'è che all'inizio pensavo fosse lei, caro Holven: dovrebbe tornare qui a momenti.-

In effetti proprio in quel momento fece la sua comparsa un uomo, o meglio un ragazzo, dall'aria impettita e con una sfavillante armatura bianca: particolare curioso era il cravattino, che gli dava un'aria elegante nonostante indossasse una uniforme.
-Buongiorno caro Holven! Come mai ci ha messo tanto? Ammetterà di certo che stavolta la polizia “ordinaria” non si è fatta cogliere impreparata da questa emergenza!- salutò il giovane, con aria piuttosto arrogante che a Holven ricordò il tono di Watsword quando si parlava di videogiochi.
-Salve, ispettore Chunstrade.. Si immagino che lei abbia ragione, ma almeno io non ho inquinato le prove calpestando la zona del ritrovamento del corpo..- replicò Holven secco.
-Ma quali prove? Le pozzanghere? Dia retta a me, qui non c'è alcun mistero: esaminando il cadavere lo capirà anche lei.-
A quel punto l'ispettore si avvicinò al corpo (-Ancora che cammina in giro!- esclamò Holven) e sollevò il telo.
Nemmeno Holven era un grande fisionomista, perciò non riuscì a distinguere il Pongo riverso al suolo davanti a lui dagli altri; poteva solo intuire che era molto più giovane di Aron: il corpo si presentava girato a pancia in su e con le braccia sopra al busto, mentre le mani, unite, reggevano una piccola ampolla vuota.
-Prima che le venga il dubbio, la bocca è sporca di gelato: dalle informazioni in nostro possesso è emerso che il suicida era un gran goloso; in ogni caso l'intossicazione è esclusa- puntualizzò Chunstrade.
-Grazie per l'informazione- replicò freddo Holven- ma aspetti un attimo: ha detto suicida? Mi pare dunque che lei abbia già un'idea molto precisa dei fatti.-
-E' così.-
-E allora cosa aspetta? Ci illumini- lo schernì l'investigatore.
-Non finisce nemmeno l'esame del corpo? Ma così tralascia il dettaglio più importante, che si trova alla base del collo- e dicendo questo spostò il colletto della camicia della vittima, rivelando un morso di medie dimensioni.
-Dato che nessun osso del corpo è rotto, e che non ci sono ferite di alcun genere né tracce di intossicazione alimentare, quel morso è sicuramente la causa del decesso- esclamò soddisfatto l'ispettore.
-Ancora non vedo il nesso con l'ipotesi del suicidio.-
-Ma quale ipotesi! Mi manca solo la firma del qui presente Aron sul rapporto e la faccenda può dirsi conclusa.. Comunque è tutto chiaro: vede quell'ampolla? Sicuramente conteneva una qualche pozione proibita: distillandola quel povero Pongo deve aver evocato una divinità demoniaca, un Nephil o qualcosa del genere, che lo ha azzannato al collo uccidendolo.. Ecco tutto! Ma Holven, che fa??!!- esclamò scandalizzato Chunstrade, che aveva notato solo ora che il suo rivale stava mordendosi con forza il braccio (quello umano naturalmente).
-Um? Cosa? Ah sì sì Chunstrade ipotesi affascinante.. Anzi sa che le dico è sicuramente esatta! Credo proprio che non ci sia nulla da fare per me qui.-
-Immaginavo la pensasse come me Holven: dopotutto, è la sola spiegazione plausibile.. Be per dovere professionale interrogherò anche l'altro testimone; sono appena passato dalla sua bottega ma ho trovato solo confusione e disordine.. Ah eccolo!- In effetti in quel momento davanti a loro era sfrecciato il Robocavaliere, con ancora il povero
Agda aggrappato sul dorso, che ripassava a squarciagola il vocabolario degli insulti ponghesi.
-Bene vado a fare quattro chiacchere con lui-concluse Chunstrade- La saluto Holven, mi pare che con questo le sia finalmente chiaro che smascherare uno scassinatore e risolvere un caso del genere sono due cose completamente diverse!- e, facendo l'occhiolino- Arrivederci!-


Holven, per dovere professionale, aspettò che Chunstrade non fosse a portata d'orecchio per mettersi a ridere a crepapelle.
-Mi scusi, ma che ha da ridere?- lo interruppe Aron- soprattutto davanti a un cadavere poi.. Che modi!-
-Mi scusi, mi scusi..- disse il detective con la sua migliore espressione dispiaciuta; subito dopo però riprese la sua solita aria impassibile e ritornò a fianco del cadavere.
-Non condivide l'ipotesi del suo collega, signor Holven?-
-Sarò anche un investigatore dilettante, ma no, non la condivido..- e aggiunse, parlando più a se stesso che al Pongo che lo osservava incuriosito- Ummm.. il segno sul mio braccio, lasciato dal mio morso, è molto diverso da quello presente sul collo di.. come ha detto che si chiamava? Ah si Amon.. tutti uguali 'sti nomi.. Dicevo?-
-Il segno del morso..-
-Ah giusto! Dunque il morso sul collo è più lungo e stretto del mio, il che esclude che sia stato fatto da un umano.. E fin qui Chunstrade ha ragione. Possiamo anche ragionevolmente escludere i Pongo, dato che come vedo- continuò aprendo la bocca di Amon e osservandola all'interno- la disposizione dei denti non coincide.. Ma allora cosa è stato?-
-Mi pareva che il suo collega avesse parlato di un Nephil..-
-Mio caro amico- continuò Holven- lei forse non sa cos'è un Nephil, ma io in questo caso devo dire che ho la fortuna di dividere la mia casa con un ragazzino appassionato di racconti mitologici e di fantasia, e quindi le posso assicurare che questo morso è troppo piccolo per qualunque demone di Elios.-
-E quindi? Perchè non l'ha detto al suo collega?-
-Non ama essere contraddetto: pensi che una volta aveva sognato di essere stato promosso ispettore e da allora vuole che tutti lo ritengano tale!-
-Va bene..-
-In ogni caso questo morso è anche poco profondo: improbabile sia da solo la causa della morte..-
-E quindi come è successo?-
-Potrebbe aver respirato qualcosa contenuto in questa fiala.. Umm no sembra pulita.. Ma allora perchè è qui?- Holven parlando aveva tolto la fiala dalle mani di Amon e la stava osservando, annusandone anche l'interno. -Mi dispiace al momento non ho ipotesi circa la causa della morte, ma credo non sia un suicidio..-
-E come pensa di capire cosa è accaduto?- ormai Aron pendeva dalle labbra del detective.
-Non ne ho idea!- ammise Holven con semplicità. Il rispetto del vecchio Pongo si spense di colpo.
-Be allora se ha novità mi avvisi- concluse sconsolato- appena Agda avrà finito di giocare con quel robot, lo manderò a spostare Amon da qui.. Povero ragazzo..- e fece per andarsene.
-A proposito un'ultima cosa- disse Holven.
-Mi dica-
-Avete spostato il corpo prima che io arrivassi? Rispetto a dove lo avete trovato intendo.-
-No era esattamente in quel punto; lo abbiamo solo coperto con un telo.. Ora mi perdonerà se non voglio restare ancora in questo luogo per oggi.. Buona giornata- e se ne andò, quasi in lacrime, lasciando Holven a rimuginare su quel caso.. Stava assumendo contorni sempre più intricati, tanto che in un lampo di onestà (persino lui riusciva a volte a essere sincero con se stesso) pensò che il problema potesse essere superiore alle sue forze..


Ma si riprese subito dopo, riprendendo a lavorare incurante delle grida del sabotatore e delle esplosioni causate in giro dal Robocavaliere.


Capitolo 3

Era ormai tardo pomeriggio (le lampade del villaggio iniziavano a emanare una luce arancione per imitare il calare del sole) quando Watsword riuscì a raggiungere Holven, che ancora si trovava nella scena del crimine.
-Un giorno dovrò scrivere un romanzo su tutto quello che mi è capitato oggi! Prima scappo da quel robot impazzito, poi sbaglio strada e finisco in mezzo a una discarica, o almeno credevo fosse tale ma i rifiuti hanno preso a muoversi e..- si interruppe una volta arrivato davanti alla casetta dell'alchimista, perchè intuì che il suo amico non lo stava ascoltando: Holven aveva infatti la schiena poggiata sul muro dell'abitazione, e la testa reclinata sul petto.
Watsword si diede rapidamente un'occhiata intorno: il corpo del Pongo doveva essere stato portato via, dato che non vedeva altro che un manichino con numerosi scarabocchi sul corpo e sul collo in particolare, probabilmente fatti da Holven; per il resto non c'era nulla di strano.
“Vuoi vedere che è così assorto in questo caso da non ascoltare nemmeno quello che gli dico? Accidenti si comporta in modo sconclusionato quasi tutto il tempo ma quando c'è un motivo serio si impegna con tutto se stesso..
Forse sbaglio a considerarlo un detective fallito...” si ritrovò a pensare il ragazzo.
Improvvisamente Holven alzò la testa e la poggiò al muro, emettendo un sospiro:-Zzzzz...-
“E invece è proprio un idiota!”
Il risveglio di Holven non fu di certo piacevole.

-Si rende conto che fino a un attimo fa ero pieno di ammirazione per lei?? Ma riesce ogni tanto a comportarsi in modo serio????- lo rimproverò Watsword, ancora parecchio seccato nonostante avesse svegliato l'investigatore prendendolo a calci.
-Ahia... Per sua informazione, Watsword, non devo certo spiegare a lei i miei metodi di analisi e ragionamento...- ribattè Holven piccato.
-Mai che si possa averla vinta con lei eh? E sentiamo dove l'ha portata il suo ragionamento dunque.-
-La aggiornerò volentieri sui fatti, così come si presentavano quando sono arrivato.-
Dopo aver messo al corrente il giovane amico, Holven gli domandò: - Ebbene? Cosa ne pensa?-
-Confesso che la situazione non mi appare chiara.. Se il corpo non presentava altre ferite oltre al morso, che ha lasciato segni troppo superficiali per essere da solo letale, cosa può aver causato la morte? E comunque saperlo non ci può aiutare a trovare il colpevole...-
-Una cosa per volta, amico mio: quanto alla causa della morte, ho una mia personale teoria ma al momento è troppo vaga, anche se come le ho più volte detto una volta scartato l'impossibile ciò che resta, per quanto improbabile..-
-Deve essere la verità. Sì me lo ha già detto più volte infatti.- intervenne Watsword.
-Esatto. In ogni caso ha ragione nel dire che quella pista non ci porta al colpevole; meglio dunque seguire il tragitto inverso, e cioè trovare prima l'assassino e poi capire come ha agito.-
-E come pensa di fare?-
-Il morso di per se restringe di molto il campo d'indagine, ma sono altri i particolari che mi hanno incuriosito.-
-Sarebbero?- Watsword stava cercando di seguire il filo logico dell'amico, ma ancora non riusciva a capire dove volesse andare a parare.
-Il primo è la posizione del corpo: come vede dal manichino che mi sono fatto portare, la vittima è stata ritrovata in posizione supina, con le mani stringenti una ampolla vuota; questa qui.- continuò Holven mostrando l'oggetto. -Ora, come vede dal mio disegno, il morso era in questa posizione sul lato destro del collo, e converrà con me che deve per forza essere stato inflitto da qualcuno che si trovava alle spalle della vittima.- Il segno, in effetti, mostrava chiaramente che i denti anteriori della mascella erano quasi giunti a azzannare la giugulare, mentre i posteriori lasciavano un'impronta in corrispondenza della clavicola destra del Pongo; quelli della mandibola invece segnavano la scapola.
-Vediamo se ho capito: essendo stato attaccato alle spalle, sarebbe dovuto cadere in avanti, e quindi l'avremmo trovato a pancia in giù, giusto?- azzardò il ragazzo.
-Eccellente, Watsword! Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che sui vestiti della vittima, e precisamente nella parte inferiore del retro della camicia, ci sono alcune macchie e strappi causati da unghie o artigli; da ciò posso ipotizzare che la “bestia” che ha attaccato Amon fosse più bassa di lui, e abbia saltato di slancio aggrappandosi per colpirlo: il peso e la spinta avrebbero dovuto mandare il Pongo faccia a terra.-
-Strano che Chunstrade non abbia notato questo dettaglio.- ridacchiò Watsword: anche lui aveva avuto in altre occasioni prova della “abilità” dell'ispettore.
-Il suo lavoro è dare alla collettività una risposta rapida, il mio è quello di scoprire la verità.- disse solenne Holven – Ma non lasciamoci distrarre: come dicevo, dato che è impossibile che il corpo sia caduto a pancia in su, significa che il suo assassino si è preoccupato di spostarlo, e di mettergli in mano l'ampolla: da qui posso ritenere che il suo intento fosse quello di mandare un messaggio, o un segnale.-
-Un segnale? Ma a chi?-
-Non dispongo di sufficienti informazioni per saperlo, ma forse..-
-E l'altro particolare degno di nota?- il deficit di attenzione di Watsword tornava a manifestarsi.
-Uff.. Sempre tutto e subito lei vero? L'altro particolare sono le impronte lasciate nel fango: come vede ora il terreno è secco, ma quando sono arrivato c'erano diverse pozzanghere.-
-Impronte?..- il giovane sembrava piuttosto deluso.
-Sì ovviamente il nostro buon Chunstrade, e se mi permette anche lei, vi siete dimostrati determinanti nell'occultare eventuali tracce che ci facessero risalire all'assassino, ma sono riuscito a capire comunque qualcosa: e semplicemente dall'acqua.- proseguì critico Holven.
-Dall'acqua? Non mi dica! Legge anche i fondi di tè per caso?- l'ironia di Watsword non sembrò scalfire l'amico, che continuò dicendo: -Certamente: perchè se osserverà il soffitto noterà che esso è impermeabile, costruito apposta per evitare dannose infiltrazioni e allagamenti; è impossibile quindi che l'acqua piovana provenga da lì, ergo è gocciolata dalla persona e dagli abiti dell'aggressore, che doveva provenire da fuori Altera: come ben sa ieri notte ha piovuto a
dirotto del resto.-
-E' vero! Quindi era un forestiero che per evitare testimoni è arrivato al villaggio di notte, ma non avendo calcolato la pioggia si è inzuppato lasciando tracce d'acqua sul suo percorso! Ci basterà seguirle per arrivare da lui!- Watsword era raggiante e soddisfatto di se stesso per aver capito la prossima mossa di Holven.
Non aveva capito niente, come la risata dell'altro gli fece realizzare.
-Mio buon ragazzo, ma se qui è già tutto asciutto, dove spera di trovare un “magico percorso d'acqua” che ci porti dal nostro uomo? No sarebbe sicuramente stata la via più facile, ma non è assolutamente praticabile.-
-E come conta di muoversi allora?- il giovane, punto nel vivo, rispose con tono piuttosto aggressivo.
-Indagheremo sull'ampolla: del resto è la nostra unica traccia.. Forse tra gli alchimisti è usata per uno scopo particolare che ci potrà mettere sulla strada giusta.-
-Probabilmente ha ragione.. Be l'unico alchimista con cui siamo in confidenza è Chachabuk, quindi ci conviene chiedere a lui.- concluse Watsword.
-Già. Non abbiamo più nulla da fare qui a Altera per ora: andiamo.- gli fece eco l'investigatore.

Non ci misero molto a tornare a Besma: le sue deduzioni avevano donato grande energia a Holven, ma avevano anche dato un'insolita spinta a Watsword, che tenne un passo molto veloce e costante a fianco dell'amico.
Decisero di non perdere tempo e di recarsi immediatamente a casa del vecchio Uomosauro, ma ebbero una sorpresa: a quanto pare non erano i soli a aver bisogno dell'alchimista, dato che un giovane si trovava già davanti alla porta dell'abitazione.
Doveva avere circa l'età di Holven, anche se appariva decisamente meno maturo, con tutti quegli orecchini, anelli e braccialetti brillanti che gli ornavano il corpo; i capelli viola, pettinati con cura, si abbinavano perfettamente alla camicia color vinaccia, mentre i pantaloni erano di un bianco immacolato.
I due amici lo conoscevano in realtà molto bene, e perciò non furono sorpresi nel notare che, sebbene Richard fosse inginocchiato in lacrime alla porta della casa, aveva messo un panno colorato sotto di se per non sporcarsi di terra.
“Chissà se piange veramente o se ha solo sbucciato una cipolla poco fa” pensò Watsword, che ormai era prevenuto nei confronti di quell'uomo, ma Holven andò dritto al sodo: -Salve Richard; cercavamo Chachabuk può dirmi se è in casa?-
-Sniff, sob... ah sei tu Holven caro..- Watsword represse una smorfia di disgusto: Richard aveva chiaramente detto le parole “sniff” e “sob”, facendo capire che stava fingendo un pianto disperato.
-No l'alchimista non c'è, ed è una vero guaio! Anzi una tragedia!!- continuò.
-Non c'è dice? E dove è andato?- lo interrogò Holven.
-Magari lo sapessi tesoro! Sono disperato ho AS-SO-LU-TA-MEN-TE bisogno di lui!-
-Perchè? Di cosa ha bisogno?- il detective si pentì all'istante di averlo detto.
Richard smise con la sua sceneggiata e riversò immediatamente un fiume di parole sui due malcapitati: -Oh carissimi non potete capire! Ho bisogno di un fango particolare per i miei superlativi trattamenti al viso ringiovanenti rinvigorenti ripopolanti resistenti dal risultato rapido e garantito: di solito è Chachabuk a procurarmelo dal Lago di Besma ma è introvabile da stamattina e non so proprio come fare, d'altronde potete benissimo immaginare che una persona come me non può avventurarsi in quel luogo pericoloso, selvaggio e così terribilmente privo di grazia, soprattutto a un'ora così tarda! Se non potrò avere oggi quel materiale la mia “magia” non potrà compiersi e le conseguenze saranno inimmaginabili! Oh povero me!-
Holven e Watsword, storditi, non riuscirono a ribattere in tempo e..
-Ma per fortuna siete arrivati voi! Così gentili e educati, e naturalmente prestanti, atletici e coraggiosi come siete non avrete problemi a andare al Lago al posto di Chachabuk a prendermi il fango! Vi ringrazio infinitamente!-
-No, un momento, noi..- provò a dire Watsword.
-Se ne prendete un po' di più faccio un trattamento speciale anche a voi! La vostra pelle così secca e rugosa, nonostante la vostra giovane età, mi mette una tristezza che..-
-Sì sì abbiamo capito andiamo, basta che ci lasci riposare le orecchie.- concluse il ragazzo.
-Grazie amori miei!-

Finalmente lontani da quella fonte di chiacchericcio ambulante, i due cercarono di riordinare le idee, mentre cercavano questo “fango speciale” sulle rive del Lago di Besma.
-Allora, cosa ne pensa Holven? Ieri avviene l'omicidio di un alchimista, e oggi un suo collega manca all'appello.- cominciò Watsword, districandosi a fatica in mezzo alle piante selvatiche.
-Se intende dire che Chachabuk potrebbe essere il colpevole, mi permetta di dissentire: è un Uomosauro vecchio e lento e, dato che il corpo di Amon è stato scoperto in un tempo relativamente breve, non avrebbe avuto il tempo di allontanarsi, o di nascondersi.-
-Lei continua a sostenere che sia stata una sola persona a fare tutto questo; ma se invece l'assassino avesse addestrato un animale e se ne fosse servito per l'omicidio?-
-Un animale che poi ha avuto l'intelligenza di spostare il corpo e mettergli un'ampolla in mano? Se sa dove si può comprare, ne voglio assolutamente uno! Ad ogni modo se fosse come dice lei Chachabuk non avrebbe avuto bisogno di scappare, sapendo che farlo avrebbe indirizzato eventuali sospetti su di lui. No, -concluse- potrebbe essere partito improvvisamente, oppure essere anche lui una vittima..- parlando Holven si era allontanato, uscendo dal campo
visivo di Watsword, tanto che ora i due dovevano parlare a voce alta per sentirsi.
-Oppure si è semplicemente perso, smemorato com'è! Si ricorda tutte le volte che si lamentava dei furti nel suo negozio? In molti casi si era solo dimenticato dove aveva lasciato alcuni oggetti!- ridacchiò il giovane.
-Già, è possibile..- convenne l'altro, pensieroso.- Comunque ci conviene cercare un altro alchimista per aiutarci nell'indagine.-
-Ha ragione! Mi pare che ce ne sia uno a Elder.. Finiamo questo lavoro e andiamo a controllare.-
Dopo qualche minuto Holven tornò dall'amico con un contenitore, bello pieno e già ben chiuso.
-Ecco fatto! Ora consegniamo questa schifezza a Richard e riflettiamo sul da farsi.-

Arrivati davanti al negozio di accessori, o salone di bellezza, di Richard, lo trovarono vestito in maniera molto strana, persino per i suoi standard: Indossava una tuta viola pallido che lo copriva completamente, tanto che persino in testa portava una sorta di scafandro con una visiera.
-Questa poi... Si può sapere perchè indossi quella roba?- lo apostrofò Watsword.
-Oh cari grazie per avermi portato il fango!- esclamò estasiato l'altro, ignorando la domanda e prendendo il contenitore dalle mani da Holven.
-Ehi! Rispondi quando qualcuno ti chiede qualcosa!- era ormai sera e, complice la stanchezza, Watsword era ancora più irritabile del solito.
-Non ti agitare, ti verranno le rughe! E' piuttosto imbarazzante per me, ma vi devo confessare che sono allergico a questo fango: per questo utilizzo una tuta ermetica che mi isola completamente!-
-Ma se sei allergico cosa ce lo hai fatto prendere a fare???-
-Non è certo per me! Non hai notato che la mia pelle è perfetta e giovane? E' Linn che mi ha chiesto un trattamento.. Be è stato un piacere carissimi, ma ora devo andare: la mia “paziente” è già dentro che mi aspetta! Alla prossimaaa!- detto questo saltellò all'interno del negozio.
Rimasti soli davanti all'ingresso, Watsword annusò l'aria e esclamò: -Holven! Lei emana un odore tremendo da quando abbiamo lasciato il Lago!-
-In effetti ha ragione... sarà stato quel fango.-
-E' terribile! Sembra quasi che lei abbia sguazzato in una stalla!...- il ragazzo fu fulminato da un sospetto. -Mi dica una cosa: dove ha trovato quel fango?-
-Dove vuole che lo abbia trovato! Al Lago no?-
-Sì sì, ma dove precisamente?-
-Ma lì, accanto alla riva; proprio vicino a un branco di Komodo, che pascolavano tranquilli dopo aver mangiato...- Holven capì l'allusione di Watsword. - E quindi lei pensa che... l'olezzo del “fango” sia dovuta al fatto che, in realtà..-
-E'... possibile...- entrambi avevano iniziato a sudare freddo.

-HOOOOOOLVEEEEEEN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Mentresfrecciavano per il Circondario di Elder, cercando di racimolare una distanza il più grande possibile da Linn, il suo grido risuonò in tutta la zona, e si dice fu udito persino a Belder.


Capitolo 4

Nonostante avessero corso come se ne andasse delle loro vite (e forse era proprio così), Holven e Watsword arrivarono a Elder a sera inoltrata.
-Sono sfinito.. E oltretutto a quest'ora tutti i negozi sono chiusi, compreso l'alchimista; ci conviene pernottare in una locanda e continuare domani.- ansimò il ragazzo prendendo fiato.
-Ha ragione: sono così preso da questo caso che dubito riuscirò a dormire, ma riposarci un po' ci farà solo che bene.- gli fece eco l'altro.
Trovarono rapidamente un albergo dove, complici le scarse finanze di cui disponevano, alloggiarono in una minuscola camera dotata solo di un letto a castello.

La mattina dopo uscirono di buon'ora, anche perchè avevano scoperto che la proprietaria dell'alloggio, Leila, faceva pagare l'uso delle stanze a ore, e pure a caro prezzo.
-Diamine quella tizia è una vera bandita! Altro che quel povero diavolo di Benders!- Watsword era inviperito – senza contare che la stanza in cui ci ha messi era una topaia piccola e buia con i letti scomodi e...-
-Si calmi per cortesia, mi distrae.- Holven appariva davvero insofferente quella mattina: non sembrava aver dormito, come testimoniavano le borse scure sotto i suoi occhi, e i capelli spettinati contribuivano a dargli un'aria davvero trasandata.
-Che le prende?-
-Pensa forse che il suo continuo borbottio sia rilassante??... No mi scusi, amico mio; è che ho riesaminato tutta la notte il caso, rafforzando la mia convinzione di trovarci a un punto morto. Non ci resta che sperare che l'alchimista di Elder abbia le risposte che cerchiamo.-
-Già. Per fortuna Leila ci ha indicato dove trovarla, e gratuitamente! Che generosa!- Watsword cercò di sdrammatizzare con un po' d'ironia.

Il negozio di Ekko l'alchimista non era molto distante, e i due amici lo trovarono facilmente; si accorsero immediatamente, però, che qualcosa non andava: solitamente a quell'ora le botteghe aprivano, e quindi si insospettirono vedendo la porta e le imposte chiuse.
-Sparita! Rapita!- Holven sembrava disperato.
-Un momento... Non salti a conclusioni affrettate; c'è un biglietto appeso alla porta.-
In effetti, sul pesante portone di quercia del negozio, un piccolo foglio recitava: “Per cause di forza maggiore, mi sono messa a tempo indeterminato sotto la protezione di Lord Robo; solo in casi URGENTI contattatemi al castello. E.”
-Ah... Be ma certo... Ehm sì l'avevo notato era per fare un po' di scena.- Holven cercò di ricomporsi.
-Direi che l'unica soluzione è andare al castello.-
-Non sarà così semplice.- i due si guardarono intorno, cercando di capire chi avesse parlato; videro quindi un uomo di mezza età, riccamente vestito: poteva essere solo un mercante.
-Mi presento: mi chiamo Hoffmann, e sono il capo della gilda dei mercanti.- disse l'uomo.
“Ecco, appunto.”pensò Watsword.
-Perchè ritiene che non sarà semplice entrare al castello?- Holven andò subito al sodo.
-Da qualche tempo a questa parte Lord Robo, il governatore di questi luoghi, non riceve più nessuno: rimane sempre chiuso nelle sue stanze, ed è sordo alle richieste dei cittadini.- rispose Hoffmann.
-Non mi convince. Perchè allora Ekko è riuscita a ottenere asilo presso di lui?-
-Mi sembra logico invece: in tutta Elios solo quattro persone possono fregiarsi del titolo di alchimista, perciò essi hanno un trattamento di favore. Non verranno fatte altre eccezioni. Ma prego, entrate a prendere un tè.- e dicendo questo indicò loro la porta della sua abitazione; i due amici, che ancora non avevano fatto colazione, accettarono volentieri l'invito.

-Ora che ci penso, stando alle recenti notizie, gli alchimisti di Elios sono solo tre..- disse Hoffmann, molto imbarazzato dal fatto che i suoi giovani ospiti stessero divorando, con una frenesia fuori dal comune, le sue scorte di tè e biscotti.
-Già.. E' per questo... che abbiamo bisogno di parlare.. con Ekko.- bofonchiò Watsword tra un boccone e l'altro.
-Prego?-
-Stiamo indagando sull'omicidio di Amon, e riteniamo che solo il consiglio di un alchimista possa darci nuovi spunti.- Holven riuscì in qualche modo a ricomporsi.
-Be, se siete proprio determinati, forse un modo ci sarebbe..- il mercante aveva assunto un atteggiamento circospetto, abbassando al voce. Si alzò dal tavolo attorno al quale erano seduti e chiuse con cura porte e finestre, tirando anche le tende.
-Si spieghi, dunque.- lo incalzò il detective.
-Bene.. Da quel che so, esiste un ingresso secondario al castello, tramite il canale di scarico dei rifiuti.- disse Hoffmann.
-Il canale di scarico? Che schifo!- Urlò Watsword disgustato.
-Silenzio! In questi ultimi tempi Lord Robo è molto sospettoso e ha orecchie ovunque!- lo ammonì.
Mentre Watsword pensava a un uomo dotato di molteplici orecchie estensibili, Holven prese la parola: -E dove si trova l'accesso a questo canale?-
-Vi condurrò lì io stesso, ma non so di preciso in che punto del canale sia celato l'ingresso al maniero.-
-Non sarà un problema.. Ma mi permetta la domanda: perchè ci sta aiutando? Siamo due perfetti sconosciuti per lei.-
-Chiamatelo intuito da mercante se volete, ma sento che, cercando Ekko, voi due riuscirete anche a risolvere i nostri problemi con Lord Robo.- disse Hoffmann ammiccando.
Holven lasciò cadere la questione: la politica di quel luogo non era affar suo, almeno in quel momento; gli importava solo di avere informazioni sul caso.

-Giuro che questa è l'ultima volta che la seguo!- Sibilò Watsword infuriato.
Stavano sguazzando nella melma putrida del canale da pochi minuti, ma si era già imbrattati gli abiti come se avessero sempre vissuto in quel luogo.
-Watsword quest'oggi dev'essersi proprio alzato con il piede sbagliato! Cosa vuole che sia qualche macchiolina!-
-Lo chieda a Linn e al fango di Komodo..- Holven lo ignorò, come faceva sempre quando non sapeva come controbattere, e continuò a avanzare.

Proseguirono incespicando per quella che parve un'eternità, quando finalmente giunsero in un ampio salone sotterraneo: doveva essere lo scarico centrale del castello, dato che numerosi condotti disseminati per le pareti scaricavano il liquame in cui i due amici erano immersi.
Esattamente dalla parte opposta della stanza, un enorme cancello rosso era sorvegliato da un uomo alto e imponente: sembrava avesse circa l'età di Holven, e anche il suo volto era adornato da qualche cicatrice; le uniche differenze erano il colore dei capelli, castani, e la enorme stazza del guardiano.
In realtà i due sapevano bene chi fosse, dato che avevano avuto a che fare con lui appena dieci giorni prima, e perciò potevano intuire che non li avrebbe accolti a braccia aperte; prima che potessero nascondersi, però, quello li scorse.
-Lei! Non mi sembra vero!- la reazione di Benders fu diversa da quella che si aspettavano. -Come è piccolo il mondo non trova?- Attraversò a grandi passi la sala fino a portarsi vicino ai due.
-Benders! Che piacere! Cosa ci fa lei qui?- esclamò Holven con ostentata noncuranza.
Una smorfia sospetta attraversò il volto del bandito, che, avendo preso Holven a braccetto, iniziò a condurlo verso il cancello. -Che dire, sa com'è no? Dopo che mi ha fatto arrestare,- Watsword deglutì dalla paura udendo il tono con cui aveva pronunciato quelle parole -Lord Robo mi ha condannato a fare da spazzino in questa fogna, e quindi sono costretto a vivere in mezzo ai topi..-
-Ah capisco.. Noto comunque con piacere che ha accettato di buon grado la giusta punizione per i suoi crimini, e che soprattutto è abbastanza maturo da non portare ingiustificato rancore nei miei confronti..- cominciò Holven.
-E perchè mai dovrei continuare a odiarla, dopo tutto quello che ha fatto per me!- camminando erano giunti al centro del salone. Benders continuò, con un tono di voce folle: -Dopotutto, solo una persona come lei poteva venire qui, in questo luogo isolato, DOVE NESSUNO LA SENTIRA' URLARE MENTRE LA AMMAZZO!-
Il bruto si avventò sul detective sfruttando l'effetto sorpresa, e nella collutazione entrambi caddero nella melma dello scarico.
Watsword si avvicinò prontamente e menò pugni contro la larga schiena del bandito, ma fu solo grazie alla forza del suo arto meccanico che Holven riuscì a divincolarsi.
Rialzatosi, ansimò: - Non faccia pazzie! Si sposti e ci lasci passare!-
-Se fosse stato chiunque altro non avrei avuto problemi, dato che disprezzo Lord Robo almeno quanto odio te, ma tu non andrai da nessuna parte! Avrò la mia vendetta!- e caricò i due.
Watsword scartò rapidamente di lato e riuscì a fargli lo sgambetto, sbilanciandolo, mentre Holven sfoderò insospettate doti da pugile con un gancio sinistro che colpì al mento l'assalitore, mandandolo a terra.
Vista la mala parata, con un sorriso folle Benders si rialzò e prese a correre verso il cancello.
-Sta scappando!-
-Stia attento, Watsword: è completamente impazzito! Chissà perchè poi..-
-Ma se lo sta chiedendo sul serio?- persino in momenti come questi Holven non si smentiva.
Iniziarono a inseguire l'energumeno, ma questo aveva già raggiunto il cancello, anche se non era il suo obiettivo: aggrappandosi saldamente a un sostegno, tirò una leva posta nel muro.
-Addio per sempre, Holven!- urlò, e subito al centro della sala si formò un gorgo che iniziò a risucchiare tutta l'acqua della fogna, in mezzo alla quale si trovavano anche i due amici, trascinati dalla corrente.
-Ecco il posto giusto per rifiuti come te!- commentò Benders ridendo mentre osservava il detective e il suo aiutante affondare nel gorgo, rapidamente e senza potersi opporre.

-Watsword, mi sente? Watsword!- il ragazzo si svegliò grazie agli scossoni dell'amico.
-Ma che.. - tossì, mentre cercava di riordinare le idee.
-A quanto pare, questo scarico non portava direttamente all'esterno; credo che ci troviamo in uno dei piani sotterranei.- commentò Holven.
-... Che è successo?-
-Prima che la corrente ci trascinasse ulteriormente, sono riuscito a aggrapparmi al bordo del condotto, e a issarci qui. Poi l'ho risvegliata.-
-Meno male Holven: questa volta le sono debitore.- commentò Watsword. -ora come ci muoviamo?-
-A questo punto la nostra unica scelta è esplorare questi corridoi sotterranei sperando che ci portino alle sale principali del castello.-
Dopo essersi ripresi, i due si lasciarono alle spalle l'acqua torbida che ancora scorreva nel vicino canale, e si addentrarono in quel buio ambiente.
Non ci misero molto a capire che, nonostante a prima vista sembrasse abbandonato, quel luogo era invece ben curato: trovarono subito alcuni corridoi e sale ben illuminate, ricolme di strani quanto ingombranti macchinari; tutto quell'ambiente sembrava un enorme laboratorio.
-A quanto pare Lord Robo ha qualche segreto da nascondere.. - constatò Holven mentre, come il suo giovane amico, si guardava intorno.

Proseguirono in quello strano paesaggio, finchè udirono una voce; avvicinandosi, scorsero un uomo che armeggiava intorno a un enorme ammasso metallico, parlando da solo.
-E ora questo componente qui.. Sì perfetto! Questo sarà il mio capolavoro! Presto mi sarà tributato il dovuto rispetto da quella massa di ingrati!-
Prima che Watsword potesse fermarlo, Holven uscì allo scoperto e disse: -La riconosco dai manifesti sparsi per Elder: lei è Lord Robo giusto? Dovrei parlarle.-
Spaventato enstupito, Robo si voltò di scatto e sbraitò: -Intrusi! Berngot, catturali!-
Questa volta i due non poterono opporsi al possente cavaliere in armatura nera che, sbucato dal nulla, li afferrò per il bavero delle camicie sollevandoli da terra, e portandoli al cospetto del suo padrone.
-Che modi! Ci lasci!- esclamò Watsword tentando di divincolarsi.
-Volentieri.- rispose sprezzante il cavaliere, e lasciò la presa facendoli cadere a terra.
-Scommetto che siete spie di Hoffmann vero? Lui e i suoi maledetti complici stanno tramando per rovesciare me, il loro benefattore!- iniziò Robo.
-In realtà noi.. volevamo solo parlare.. con Ekko.- tentò di dire Holven, ma non riuscì a interrompere il monologo del Lord. -Quegli ingrati non capiscono che grazie a me Elder diventerà la capitale di un nuovo regno! Badano solo alle tasse presenti, senza pensare ai benefici futuri e..-
-Holven, che barba!-
-Lo so Watsword, ma cosa posso fare? Non mi ascolta..-
-Silenzio! Per una volta che ha qualche spettatore!..- li redarguì Berngot a bassa voce.
-..... Io sarò il portatore di prosperità, ma se non vorranno capirlo allora è meglio che vengano banditi e smettano di intralciarmi! D'ora in poi..- andò avanti con il suo soliloquio per un buon quarto d'ora, e solo quando non ebbe più fiato si interruppe.
-Finalmente! Ora se volesse avere la cortesia di ascoltarci..- cominciò Holven rialzandosi.
-Bene bene ora devo pensare a cosa farmene di voi.. Lasciarvi liberi di andare è impensabile..- riprese Robo ignorandolo. -Dopotutto devo dare un segno forte alla plebaglia là fuori.. Far capire loro cosa significa ribellarsi.. Berngot! Rinchiudili nelle segrete fintanto che penso a una punizione adatta!-
-Ma cosa..? - tentò di interromperlo il detective.
-Subito signore.- Il cavaliere nero sollevò di nuovo i due intrusi. -Potrebbe volerci qualche mese.. devo pensare per bene..- ridacchiò il Lord guardandoli con perfidia.
-Non ho nessuna intenzione di marcire in una puzzolente prigione di questo puzzolente castello!!!- Watsword, adirato, iniziò a agitarsi per liberarsi dalla presa di Berngot.
-Sta' un po' fermo tu!- il cavaliere cercò di riprendere il controllo.
-Te lo scordi!- il giovane menava pugni a calci all'aria, cercando di colpire la corazza nera del suo carceriere, che lo teneva sollevato ma a debita distanza da se.
Continuando con questo strano balletto aereo, mentre anche Robo ora cercava di farlo stare fermo, Watsword tirò un violento calcio all'ammasso ferroso su cui il Lord stava lavorando quando lo avevano scoperto.
Improvvisamente questo si animò: mille luci si accesero per tutta quella montagna meccanica, che si rivelò essere un androide di dimensioni colossali. Il robot però sembrava ancora instabile, come le urla sconcertate di Lord Robo sembravano dimostrare, senza considerare che il gigante aveva immediatamente iniziato a sparare bombe e raggi
laser a destra e a manca, distruggendo i vari macchinari del laboratorio.
-Guarda cosa hai fatto! Fermati stupida lattina! Disgraziato! Berngot aiutami!- strillò istericamente il Lord, correndo avanti e indietro intorno alle esplosioni.
-Sta diventando un'abitudine..- commentò Watsword che, liberato insieme a Holven, si apprestava a scappare dalla furia dell'androide. Mentre si allontanavano correndo dal mostro meccanico, questo abbattè una delle colonne del salone, causando il crollo dell'intero soffitto, e seppellendo sia se stesso, sia i due amici, sia il terrorizzato Lord Robo e Berngot il cavaliere.

Quando, dopo molti sforzi, Watsword riuscì a districarsi dal groviglio di cemento e lamiere, trovò di fronte a se Holven che, illeso, lo aspettava.
-Ma come...- disse sconcertato.
-Oh eccola, ragazzo mio! Mentre giocava alla talpa ho trovato una scalinata che conduce ai piani superiori; andiamo?-
-Non le è passato per la mente di aiutarmi?-
-Non volevo che si sentisse ulteriormente in debito con me: so bene quanto sia importante per un uomo l'onore.-
-... Dovrebbero darle il Nobel per la faccia tosta uno di questi giorni.. Perlomeno quel robot gigante ci ha permesso di scappare.- commentò Watsword spolverandosi la giacca.
-Ha ragione; è stato un vero Deus ex machina! Quando è pronto, comunque, andiamo a cercare Ekko.- concluse Holven.
-D'accordo; andiamo e facciamola finita dunque. Ne ho avuto abbastanza di questo posto.-

Una volta raggiunti i piani superiori del castello, rimasero estasiati nell'ammirarne la sfarzosità delle sale, ordinate e riccamente ammobiliate: forse Lord Robo spendeva la maggior parte dei soldi delle imposte per i suoi esperimenti, ma il denaro restante lo dedicava sicuramente a arredare quel luogo.
Decisero di dividersi l'esplorazione delle stanze per trovare prima l'alchimista e quindi, mentre Watsword perlustrava l'ala est del maniero, Holven si dedicava alla ovest.
La servitù del castello perlopiù ignorò il detective mentre si guardava attorno e ispezionava le stanze (come dar loro torto, dato che dai sotterranei ancora si levava il fumo di esplosioni e crolli), perciò non ci mise molto a trovare Ekko.

Aprendo la porta di una delle camere, Holven notò una ragazza, circa dell'età di Watsword, seduta accanto a una finestra, assorta nei suoi pensieri: indossava comodi abiti da lavoro, e anche i suoi capelli bianchi erano raccolti, in modo che non le intralciassero la vista durante gli esperimenti.
Poteva essere solo un'alchimista, non solo per il suo aspetto, ma anche per il fatto che, accatastati su un tavolo a lato della stanza, si trovavano numerosi strumenti di misurazione e fiale contenenti liquidi di vari colori.

-La signorina Ekko?- Holven si fece avanti sperando che il suo approccio andasse meglio dei precedenti della giornata.
-Sì?- la ragazzina si voltò, un'espressione triste nel viso. -Sono io.. Viene dal villaggio?-
-Mi presento: il mio nome è Holven e sono un investigatore. Sto raccogliendo informazioni in merito all'omicidio di Amon l'alchimista e credo che avere una sua opinione in merito mi sarà d'aiuto.- La giovane alchimista non sembrava molto convinta.
-Non credo di poterle essere di grande aiuto..- disse abbassando lo sguardo.
Holven ebbe la sensazione che in realtà sapesse qualcosa, e perciò iniziò a pensare a un modo per avere le informazioni che voleva. -Iniziamo da questa- disse porgendole la provetta trovata sul corpo del Pongo, miracolosamente intatta nonostante gli urti di quella giornata. -Mi sa dire se è una ampolla particolare?-
-No, non lo è... O meglio, è la fiala usata comunemente per contenere le Pozioni segrete dell'Alchimia..- ma si vedeva che la vista dell'ampolla, che Ekko si era rifiutata di toccare, avesse per lei un significato ulteriore.
-Pozioni segrete dell'Alchimia? Cosa sono?- Holven cercò di cambiare argomento.
-Sono l'ingrediente base per la maggior parte delle composizioni alchemiche; solo noi alchimisti siamo in grado di produrle... Anzi l'essere in grado di produrne una fa parte dell'esame per diplomarsi...-
-Capisco. E di Amon cosa mi sa dire? Lo conosceva?-
-Certo.. Siamocosì pochi che ci conosciamo tra di noi.. Intratteniamo una fitta corrispondenza e periodicamente ci riuniamo per scambiarci ricette per le pozioni e pareri..-
-Siete una sorta di gilda dunque. E il giovane Pongo ne era il capo?-
-Questo suo modo di ragionare non ha molto senso per noi.. - il tono di Ekko nel parlare era sempre lo stesso, e questo spiazzò Holven, che non capiva se le sue domande la stessero irritando o meno. -Nel momento in cui si diventa alchimisti, il peso dell'opinione di uno è lo stesso di quella dell'altro..-
Il detective capì che solo incalzandola avrebbe potuto ottenere qualcosa: -Be ma presumo che data la sua grande esperienza, Chachabuk avesse grande peso nelle decisioni.-
-In realtà lui è sempre molto riservato e parla di rado alle riunioni... Quello che ha sempre qualcosa da dire in questo ultimo periodo è Gral...-
-Gral? Di chi si tratta?-
-E' uno di noi, l'alchimista di Belder: ultimamente convoca spesso le nostre assemblee..-
-Per parlare di cosa?-
-Non possodirglielo.. Sono cose riservate..- Ekko si ritrasse e Holven capì di aver esagerato; cercò di aggirare l'ostacolo con altre domande.
-Capisco; dopotutto è giusto che abbiate i vostri segreti. E per curiosità: vi siete sentiti tra alchimisti in questi giorni?-
-L'ultima riunione è stata “quel” giorno... Poi ho provato a scrivere agli altri ma non ho ricevuto risposta..-
-Sarà perchè si è isolata qui no? A proposito perchè l'ha fatto?-
Ekko si fece scura in volto, poi alzò lo sguardo incrociando gli occhi di Holven: quello strano esame sembrò durare un'eternità, ma alla fine la giovane disse: -Per paura.-
-Di cosa?-
-Le ho detto che da qualche tempo i nostri incontri avvengono sempre tramite la convocazione di uno di noi..-
-Gral.-
L'alchimista annuì con il capo, si fece coraggio e continuò a voce bassa: -.. Sostiene di aver inventato una medicina miracolosa, che ci ha mostrato: si tratta di una pillola rossa che, secondo lui, cura ogni male..-
-Una medicina? L'avete testata?-
-No non abbiamo potuto.. Gral ci ha solo proposto di provarne una noi stessi, ma non ci ha consegnato né la ricetta né qualche campione da analizzare.-
-E cosa voleva che faceste con queste pillole?-
-Distribuirle ai nostri concittadini, in modo che potessero curare ogni loro male, “risolvere ogni loro problema”, per dirla con le sue parole..-
-Cosa pensavate di questa proposta, voi altri alchimisti?-
-Nel corso della nostra ultima riunione, Amon si è opposto nettamente: è sempre stato pacifico e tranquillo, ma quella volta ha contestato aspramente le parole di Gral, che a sua volta ha inveito pesantemente contro di lui... Non era mai successa una cosa del genere... Ci siamo sempre rispettati l'un l'altro, ma negli ultimi tempi questo equilibrio si era rotto.. E quella notte stessa..-
-Amon è morto.- concluse Holven, serio.
-Sì, è morto..- il suo tono triste non era cambiato, ma stavolta era facile intuire che quello fosse il suo reale umore.
-Sospetta di Gral?-
-Non... non voglio nemmeno pensarci..- il detective intuì che il tempo a sua disposizione stava per esaurirsi. -Mi è stata di grande aiuto, signorina Ekko: le prometto che troverò l'assassino di Amon, e che non dovrà più temere di subire la sua stessa sorte.-

Lo sguardo di Holven era determinato, ma sarebbe stato impossibile dire se la giovane fosse stata rincuorata dalle sue parole; continuò a guardarlo con i suoi occhi tristi, mentre l'investigatore usciva con passo deciso dalla camera, motivato dalla nuova pista apertasi davanti ai suoi occhi.
 
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