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La saga della regina dei nasod, No trailer

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view post Posted on 15/11/2012, 22:35
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La Nascita della piccola principessa dei Nasod

Questa storia inizia in un continente lontano, desolato e priva di vita, una regione in cui gli umani evitavano d'addentrarvi ed a cui diedero il nome di "terra dimenticata da Dio". Questa è la storia di una semplice Nasod divenuta poi regina dei suoi simili. In questa terra immensa completamente sconosciuta dagli uomini, una macchina, resto di un'antica e potente civiltà sviluppata tecnologicamente, produceva senza sosta delle macchina fatte di ferro e viti, simili a dei robot. Nasod, fu questo il nome dato successivamente a queste macchine, dagli uomini. Questa macchina, altro non era che il nucleo centrale, il generatore dei Nasod, che fin dalla scomparsa del suo popolo inventore continuava da milleni a produrre, come una vera e propria fabbrica, nasod in massa, ognuno dalle forme e caratteristiche diverse. Questo generatore, mosso forze da energia geotermica o da qualsiasi altra forma di energia, scoperta da quegli antichi e non ancora esaurita era priva di vita, proprio come un computer. Produceva ammassi di ferro,anni dopo anni, secoli dopo secoli, che venivano man mano accantonati, accumulandosi ed aumentando di numero. Anche loro era inanimati, semplici rottami messi da parte. Gli anni passarono su quel continente oscuro, finchè un giorno la vità germoglio in quella terra arida. Tutto grazie ad un enorme gemma, che brillava così intensamente da essere vista pure a chilometri e chilometri di distanza, quando un uomo da una regione lontana nè apprezzò la luce. Qualche mese dopo, gli uomini entrarono nel territorio prima temuto, trovando l'enorme gemma. Affascinati dalla sua forza diedero un nome al diamante blu: decisero di chiamare la gemma EL. Passarono anni ed anni, la vita su quel continente continuava a prosperare, gli stessi uomini misero radici in quella terra prima priva di un Dio ed ora considerata benedetta dallo stesso Elios, venne chiamata e prosperò sempre di più. Nacquero città, villaggi, paesi ed ogni sorta di costruzione, Elios stava raggiungendo l'acme della sua bellezza. Un giorno, in una località nota come Altera, però gli umani fecero una scoperta straordinaria. Quella terra non era mai stata deserta, già qualcuno o qualcosa ci dimorava, stavano parlando dei nasod. Contemporaneamente allo sviluppo umano, anche il generatore di quelle macchine con il tempo si modificò, grazie all'afflusso di energia della stessa pietra. Quel nucleo prese letteralmente vita, un gigante completamente immobile cominciò a muoversi e ad aprire gli occhi. Il mucchio di rottami, seguirono il proprio padre, mettendosi in piedi ed osservandosi intorno. Erano vivi, erano insieme ed erano speciali. Incuriositi dai rumori esterni, decisero lentamente di abbandonare quella montagna in cui erano confinati e di dirigersi verso la fonte di quei rumori, verso la pianura di Altera. Si stavano dirigendo proprio dagli uomini. Una massa lenta e silente muoveva i propri passi sull'immensa distesa erbosa, per poi giungere nella prima città presente in quella pianura. Lì ci fu il primo contatto fra l'uomo e la macchina. Entrambi si osservarono, si studiarono. Gli umani all'inizio ebbero paura di quelle macchine, ma con il tempo intuirono che loro non rappresentavano una minaccia. Ai loro occhi venivano considerati come dei bambini anziosi di imparare e difatti erano così delle macchina, che ad ogni esperienza memorizzavano le loro informazioni, proprio come dei bambini. Gli umani, furono felici di avere degli amici così speciali, aiutavano in ogni campo anche in imprese non facilmente realizzabili dall'uomo, ma l'uomo non li sfruttava anzi li considerava come suo pari. Erano felici di insegnare loro tutto ciò che volevano, molti di loro vennero anche accolti nelle scuole dei bimbi umani. Si spostarono, uscendo fuori da Altera per popolizzare pian piano Elios. I Nasod, acquisivano via via mole di dati sugli umani sempre più accurata e precisa, dati che venivano direttamente mandati al generatore, al nucleo Nasod. Silente, solitario, non potendo muoversi da quella montagna, imparava a suo modo dai suoi figli, mentre invece altri continuava a sfornarne. Una notte, forse stanco di non poter provare anche lui, la stessa felicità dei suoi simili, un lamento, quasi un grido si udì spandersi per la pianura. Le persone presenti ebbero paura, erano all'oscuro di quell'enorme macchina, pensarono ad un mostro, ma i Nasod integrati fra di loro risposero:
<nessun problema, è il nostro generatore che ha parlato> ripetevano tutti insieme di colpo, con voce robotica, quasi fossero comandati a dirlo. Gli uomini si guardarono fra di loro. Il capo di quella città allora, incuriosito chiese maggiori informazioni:
<il generatore?>proferì silente per qualche secondo per osservare gli amici robotici<di quale generatore state parlando?>chiese infine loro. I Nasod si guardarono fra di loro e sempre in coro, rivelarono finalmente la presenza del loro padre.
<il nucleo di ciò che voi chiamate Nasod, nostro padre> tutti i robot presenti si girarono osservando la montagna, gli umani capirono. Qualcosa di veramente importante per il loro amici era presente in quelle alte formazioni rocciose, ma nessuno ebbe il coraggio di addentrarvi, impauriti forse da qualcosa che poteva rivelarsi nuovo agli occhi di quella povera gente. Una bambina, una innocente bambina non curante di quel pericolo, spinta da pura curiosità un giorno, nelle ore pomeridiane varcò la soglia proibita, si addentrò in quelle montagne. Prima persa fra quegli anfratti rocciosi, venne poi trovata e scortata da dei piccoli Nasod lì presenti, proprio verso il nucleo. Il gigante la vide, la osservò e ne rimase scioccato, era il suo primo contatto con un umano.
<qual'è il tuo nome?>le rivolse con voce robotica e tono imponente, che si espanse in quella catena montuosa. La bambina parlò,ma pronunciò una sola parola, che per il robot altri non era che un semplice verso,visto che non ne conosceva il significato. La vide dopo poco tempo allontanarsi e ritornare al suo villaggio. Il nucleo era rimasto da solo, ancora una volta. La sua sorpresa fu ampia, quando l'indomani, la bambina ritornò e con lei, quasi la totalità degli uomini della cittadina accompagnati dai Nasod.
<io sono il nucleo Nasod, qual'è il vostro nome?> ripetè quasi meccanicamente come se quella frase fosse impressa nella sua memoria. Eppure era vivo come gli altri Nasod, ma non riusciva a comunicare al meglio come loro, forse per il suo continuo isolamento. Il capo di quella città, si avvicinò e parlò lui, i due conversarono ed il vecchio capì.
<in nome del mio popolo siamo felici di aver fatto la sua conoscenza, re dei Nasod, spero che la pacifica convivenza delle nostre specie perduri nel tempo> pronunciò alla macchina.
<re dei Nasod?>ribattè perplesso,incuriosito da quelle parole, gli fu spiegato il significato. Un leggero cenno con l'enorme testa, diede segno positivo alle parole del vecchio. Gli abitanti ritornarono nella loro città, felici di aver incontrato un nuovo amico. Il Re Nasod, sempre più solo dopo la partenza di quegli uomini, fece un gesto che segnò il destino della sua specie. Creò una Nasod dalle somiglianze umane. Oltre ai tratti tipici di una ragazza, il Re decise anche di impiantare parte del suo nucleo originale in lei. Il Re nasod, creò un robot dai capelli bianchi, ed un enorme nucleo azzurro proprio nel centro della fronte, il nucleo originale in grado di canalizzare più efficacemente dei comuni Nasod, l'energia dell'Eldril. Il Re Nasod, aveva creato EVE, ma ancora non possedeva quel nome. Lo stesso giorno in cui fu creata, la piccola Nasod si dirisse grazie a parte delle informazioni del padre, verso la città umana. Era un mattina d'estate, una mattina che cambiò la vita dei robot. Al primo impatto con quella Nasod, gli abitanti della città rabbrividirono, ne ebbero paura, c'è chi si chiuse in fretta dentro casa e chi invece, più coraggioso degli altri decise di rimanere lì, a studiare la Nasod. Una bambina, quasi simile ad una reale, fu questo che spaventò quei cittadini.
<io sono un Nasod, sono venuta per imparare, vorrei viv....>neanche il tempo di finire la frase che venne lapidata dai locali. I Nasod presenti, inermi non sapevano cosa fare, nei loro dati non era presente nulla di simile, si limitarono ad osservare la piccola sorella scappare in fretta per addentrarsi verso la foresta circostante. La robot, non aveva ancora molti dati per poter comunicare al meglio con altri esseri viventi, a differenza degli altri Nasod, le sue informazioni erano completamente assenti. Il Re Nasod, l'aveva creata con parte del suo nucleo, dandole maggiore forza, ma non potè trasferire in lei le enormi conoscenze acquisite con il tempo sugli umani, Eve era ancora una bambina in via di sviluppo. Mentre la piccola si addentrava via via nelle profondità di quel verde alboreo, gli abitanti della città ebbero paura dell'enorme potenzialità del Re Nasod. Sapendo di non poterlo distruggere, lo isolarono bloccando l'accesso della montagna,che conduceva alla sua posizione. Odio e paura profonda, si accumularono negli animi degli umani, paura di essere in pericolo, odio delle enormi potenzialità dei Nasod. La voce di quell'ibrida si sparse per tutta Elios, i Nasod vennero resi schiavi e trattati come tali, ma loro non se ne resero conto. Non intuirono il cambiamento del trattamento e continuarono ad accumulare dati, come se quel trattamento per loro fosse naturale. La Nasod, invece dopo alcune settimane, ormai sfinita della troppa fatica, giunse alla fine della foresta. Un piccolo sferrato era chiaramente visibile, una strada quasi segnata, ma la nasod era stanca dal troppo camminare. Anche se una macchina, doveva far raffreddare i suoi circuiti. Si riposò su un tronco proprio davanti a quella strada. L'indomani, al suo risveglio una sorpresa le diede il buongiorno. Una carrozza, passò lenta proprio percorrendo quella strada in direzione nord. Un imponente scorta le tracciava la strada e fu proprio una di quelle guardie a notare la piccola, appoggiata su quell'albero. Avvisò i propri padroni, i quali scesero e la osservarono da lontano, scambiandolo proprio per una bambina. I due erano i sovrani di una grande città, dalle immense mure Belder era il nome di questa metropoli. Non avevano eredi, a causa dell'infertilità della moglie, per loro quella bambina poteva essere un segno divino. Si scambiarono degli sguardi, e quasi istantaneamente intuirono i pensieri dell'altro, avrebbero fatto di quell'orfana la loro bambina. Vennero scortati e portati in sua direzione,e qui l'atroce scoperta, si accorsero che la bambina altri non era che una Nasod,e la famosissima Nasod, divenuta ormai leggenda per la sua particolarità. L'enorme nucleo sulla fronte fu la prima immagine ad essere riconosciuta. Come tipica reazione degli umani, ne ebbero paura, indietreggiarono, quando però successe qualcosa. La piccola Nasod pronunciò una semplice parola, che scaldò il cuore della regina.
<mamma>pronunciò nel suo stato di sonno apparente, in realtà stava visionando delle immagini e dei file frammentati forse lasciati come tracce del nucleo del Re. Eve stava, fortunatamente per lei, visionando l'incontro del Re con la bambina umana. Questa è stata l'unica parola che la piccola disse,memorizzata dal gigante Nasod. La regina al suono di quella parola si mise a piangere, implorò il marito che cedette alle lacrime della consorte. La portarono a palazzo, e l'adottarono. Il giorno dopo, venne rimessa in salute e curata d'aspetto, venne presentata al resto dei cittadini di Belder, in un'imponente cerimonia. Già il giorno addietro, per tutto il regno si era sparsa la notizia della futura principessa del regno di Belder, la folla era venuta anche da città confinanti,tutti per ammirare la giovane ereditiera. Dal balcone del palazzo reale, le trombe iniziarono a suonare e la musica partì. L'araldo cominciò a parlare e la sua voce si diffondeva in tutta la piazza centrale:
<cittadini di Belder, sono felici di presentarvi la futura principessa...>pausa per aumentare la suspence <la principessa Eve>concluse. Una giovane e bellissima fanciulla, dai capelli bianchi raccolti e dalle movenze eleganti, uscì di colpo vestita di un abito regale. Osservava la gente e faceva un cenno con la mano destra. La folla ne rimase affascinata, ma un raggio di luce colpi il cristallo sulla fronte della Nasod,mostrando il nucleo centrale. I cittadini compresero la vera natura della loro principessa. Panico, e disordine si concentrò nella piazza. Attimi di paura, che vennero subito stroncati dalle profonde e rassicuranti parole del loro sovrano.
<miei cittadini, comprendo le vostre paure,ma qui davanti a voi non c'è un Nasod> la indicherebbe con lo sguardo <qui davanti a voi, c'è la vostra principessa, la vostra futura regina, non abbiate paura della sua natura, il suo cuore è più umano del nostro, accettatela come vostra principessa, accettatela come nostra figlia, lei è il futuro di Belder>concluse tra lo stupore generale. Attimi di silenzio, quando un gran clamore, urla, applausi e molto altro invase la piazza, i cittadini avevano fiducia nel loro re e nelle sue parole, ed avevano fiducia della loro giovane principessa. Era una Nasod ed allora, lei sarebbe diventata il futuro simbolo della loro vita. Tutti i Nasod presenti oltre gli umani, alzarono lo sguardo verso la loro sorella. Sguardi infiniti,silenti ma che contenevano le gioie delle macchine. Quell'annuncio per loro significava,la completa integrazione con l'uomo, era stato raggiunta un traguardo importante, ma la piccola principessa ancora non sapeva che cosa il futuro aveva in serbo per lei.



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